Temono di essere "schedati", la sanità per loro è un pericolo perché se i loro dati di salute vengono archiviati nel Fascicolo sanitario elettronico temono di finire nelle grinfie di Big Pharma. Dopo i No Vax e i No Green pass arrivano i No Fascicolo: si stanno manifestando principalmente sulla rete, agitano blog e social perché vedono nel Fse un altro strumento di controllo.
Oltre 90mila No fascicolo - Secondo quanto riporta "la Repubblica" malgrado l'apparente ondata di contrari sulla rete, al momento l'opposizione è stata fatta da un numero esiguodi persone. Al 25 giugno erano 90.640 (dei quali 6.371 minorenni), lo 0,15% degli italiani. È vero che in molti non sanno probabilmente nulla della scadenza del 30 giugno, annunciata oltre che dai media, ad esempio dalla app della pubblica amministrazione, "Io" , ma il dato è bassissimo. La rete di mobilita quanto sentono odore di "uno strumento di controllo dei corpi dei cittadini" (per usare le parole di un avvocato dell'area). Che sia un vaccino oppure altro che permette al paziente di avere sempre sotto mano la sua storia sanitaria (referti, dimissioni, farmaci assunti) e al medico di consultarla.
La scadenza del 30 giugno - La data che mette in agitazione il mondo dei No fascicolo è il 30 giugno: entro quelo giorno chi vuole può opporsi al trasferimento all'interno del fascicolo dei suoi dati sanitari raccolti tra il 2012 eil 19 maggio 2020. Per farlo deve seguire la procedura sul sito "www.sistemats.it". Il Fse in realtà è un vecchio progetto partito in buona parte delle Regioni che in base al Pnrr dovrebbe diventare finalmente nazionale e così aggiungere trasformasi in Fse 2.0.
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Le differenze regionali - Si lavora da tempo a una piattaforma unica eintanto si danno regole alle amministrazioni locali. A livello regionale il Fascicolo è partito anche da molto tempo, ad esempio in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Tra gennaio e marzo scorso il 18% degli italiani lo ha usato anche se ci sono, come sempre, realtà ancora indietro come Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Marche Molise, Puglia, Sicilia, Umbria. Entro fine anno, le Regioni che non l'hanno fatto, dovranno inserire nel Fascicolo la possibilità di pagare i ticket sanitari, di prenotare di visite ed esami, discegliere il medico e consultare i referti. Il Garante della privacy segue con attenzione. Nei giorni scorsi ha notificato a 18 regioni e alle Province autonome l'avvio di procedimenti correttivi e sanzionatori per le "numerose violazioni riscontrate nell'attuazione della nuova disciplina sul Fse 2.0". Il problema sarebbe la modifica da parte delle amministrazioni locali del modello di informativa predisposto dal ministero, previo parere del Garante, che avrebbe dovuto essere adottato su tutto il territorio nazionale.