Tre anni e sei mesi per aver ucciso la convivente "consenziente". Perché Alfredo Zenucchi e Rossella Cominotti volevano morire assieme. E lui ha ucciso lei, poi non è riuscito a farla finita. E, una volta arrestato, è stato processato. Una storia mai dimenticata nel paesino di Mattarana (La Spezia) dove Rossella e Alfredo avevano concluso un viaggio di disperazione. Oberati dai debiti, dopo l'acquisto non sufficientemente verificato che si era rivelato fallimentare di un'edicola a Bonemerse, in provincia di Cremona, avevano deciso di spendere gli ultimi soldi per trovare un posto dove farla finita. Insieme. E avevano scelto un piccolo albergo della Riviera di Levante.
Una stanza, una sola: un luogo che è diventata dopo pochi giorni teatro di quello che nelle intenzioni doveva essere la fine di un incubo, un omicidio-suicidio per andarsene insieme. "Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire" c'era scritto sul biglietto accanto al corpo senza vita di Rossella. Lui l'ha uccisa con un rasoio, poi probabilmente ha provato a suicidarsi senza però riuscirci. Ne ha vegliato il cadavere per 36 ore poi non ce l'ha fatta più. Ed è scappato.
La sua fuga però è stata breve, perché Zenucchi è stato arrestato dopo poche ore dai carabinieri. Nell'immediatezza, sembrava un femminicidio e invece si è rivelato essere "omicidio di consenziente". Infatti, le indagini di Procura e carabinieri della Spezia hanno accertato che la versione fornita dall'uomo, avvalorata poi dalla lettera lasciata dalla donna, era vera: i due avevano deciso di farla finita insieme ma lui non ce l'ha fatta. La decisione della gup in camera di consiglio è arrivata oggi. Da sei mesi Zenucchi è in carcere: i legali hanno chiesto la scarcerazione.