Tragedia nel carcere Malaspina di Caltanissetta dove un detenuto nisseno di 38 anni si è tolto la vita. Il giovane era considerato un detenuto modello e non aveva mai dato alcun problema. Stava facendo un percorso di riabilitazione in carcere e lavorava in cucina. Un gesto dunque totalmente inaspettato e del quale non si conoscono le motivazioni. Sul posto il pm di turno. La procura ha aperto un fascicolo per fare luce sul gesto del detenuto. Una ventina di parenti del giovane, venuti a conoscenza della notizia, si sono recati davanti al carcere.
I dati preoccupanti -
Da inizio anno, le carceri italiane hanno registrato la morte di oltre cento detenuti, 46 dei quali per suicidio, segnando una media di un decesso ogni quattro giorni. Prima di Caltannissetta, l'ultimo caso aveva visto protagonista un giovane di 29 anni nel penitenziario di Genova, deceduto dopo aver inalato il gas di un fornello. Le autorità indagano sulla possibilità che il gesto fosse un tentativo di procurarsi effetti allucinogeni, poiché episodi simili sono in crescita e sono spesso correlati al sovraffollamento carcerario e alle difficoltà psichiche dei detenuti.
Il decreto svuotacarceri -
Il provvedimento è atteso per il mese di luglio. Il ministro Nordio ha dichiarato che "c'è ancora bisogno di tempo per metterlo a punto, ma è in arrivo prestissimo". Nonostante il ritardo, il Guardasigilli ha assicurato che nel decreto sarà presente anche una norma che disciplina il procedimento sui benefici penitenziari ai detenuti che dimostrano buona condotta, senza introdurre sconti di pena. L'obiettivo è quello di alleviare il carico ai tribunali di sorveglianza, oberati da 200mila richieste annue, e garantire i diritti già sanciti dalla legge.
I provvedimenti -
Attualmente, le prigioni italiane ospitano oltre 61mila persone, ben al di sopra della loro capacità, con un eccesso stimato in 13.500 detenuti. In risposta al crescente numero di suicidi, il ministero sta lavorando anche per istituire un albo per le comunità del terzo settore, permettendo ai detenuti con i requisiti ma senza una dimora, di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare o affidamento in prova, con obbligo di lavoro. Si prevede che questo possa applicarsi a chi ha una pena residua inferiore ai due anni.
Inoltre, si valuta un incremento delle telefonate concesse ai detenuti, da quattro a sei al mese, e sono in esame proposte legislative per una gestione più rapida delle ordinanze di custodia cautelare, con l'obiettivo di ridurre il numero dei detenuti. Si contempla anche un piano per trasferire detenuti stranieri verso istituti nel loro Paese di origine, parte del più ampio piano Mattei, ancora in fase preliminare.