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Dalla classe che ha ripetuto la Maturità agli studenti "insoddisfatti" del 100: quando gli esami arrivano in Tribunale

Arbitro imparziale tra commissioni e maturandi, il Tribunale Amministrativo Regionale è spesso protagonista di cronache di ricorsi al limite dell’assurdo

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Se il risultato della "partita" della Maturità non è quello previsto (o sperato), qualora si ritenga ingiusto il responso della commissione d’esame, allora non resta che ricorrere al Var…del TAR. Talvolta, infatti, come nel mondo sportivo, anche a scuola è necessario l’intervento di un arbitro imparziale che riesca a ristabilire equilibri, responsabilità e meriti. Non sono affatto pochi i maturandi e le loro famiglie che, infatti, decidono ogni anno di appellarsi ai tribunali a suon di ricorsi. Come mostra la rassegna, fatta dal portale Skuola.net, dei casi più suggestivi di ricorso presentati nel recente passato: dal leggendario caso dell’esame invalidato e ripetuto nel messinese, alla prof che ha fatto copiare gli studenti con i fogli attaccati alla schiena fino ai voti rivisti al rialzo grazie al tribunale amministrativo.

La classe che ha sostenuto la Maturità-bis

Partendo proprio dalla storia di cui è stata involontaria protagonista una classe di Spadafora, vicino Messina, siamo di fronte a una specie di psico-dramma. I suoi alunni, infatti, l’anno scorso hanno dovuto fare i conti con una seconda Maturità. Tutto era iniziato quando i genitori di una studentessa avevano fatto ricorso per il voto troppo basso ottenuto dalla figlia alla prima Maturità.

Il movente, secondo cui veniva attribuita un’irregolarità nello svolgimento dell’esame, era principalmente dovuto alla condotta di una docente: quest’ultima avrebbe infatti fornito un “aiutino” agli studenti della classe, a tutti tranne che alla ragazza del ricorso.

E così è sceso in campo il Tribunale Amministrativo Regionale che, dopo le opportune verifiche, si è pronunciato sulla questione: tutto da rifare. Praticamente un brutto sogno che è diventato realtà per 11 studenti, che pensavano di essersi lasciati alle spalle il grande traguardo. A nulla sono valsi i contro-ricorsi presentati nelle settimane successive: la commissione d’esame alla fine è stata riformata e i maturati sono improvvisamente tornati a essere maturandi.

Naturalmente, una storia assurda non può che concludersi con un finale altrettanto assurdo. Gli esiti della seconda Maturità sono stati praticamente identici a quelli della prima. Stesso discorso anche per la protagonista della vicenda, che si è vista confermare quel voto troppo basso ottenuto a giugno, un 69.

Copiare all'esame? Facile, se la prof attacca la soluzione alla schiena

Altra vicenda curiosa è quella che ha come protagonista una prof di un liceo Scientifico romano. La docente, durante la seconda prova di Maturità, avrebbe forse peccato di troppa empatia nei confronti dei suoi alunni, visto che per aiutarli avrebbe deciso di attaccarsi sulla schiena un foglio con sopra la soluzione di un esercizio.

Una trovata creativa, sì, ma anche contro le regole, aggravata dal fatto che l’insegnante avrebbe offerto il suo ausilio solo a una parte degli studenti, accendendo così gli animi degli esclusi. Proprio questi, supportati dalle famiglie, hanno deciso di muovere battaglia portando sulla scrivania dell’Ufficio Scolastico Regionale le prove del caso, tra cui una foto scattata da una maturanda durante lo scritto d’esame.

Altro dettaglio che suona surreale, visto e considerato l’assoluto divieto di utilizzare gli smartphone nel bel mezzo dell’esame di Stato. Ma in ogni caso, la foto avrebbe mostrato in maniera inequivocabile proprio la docente colta in flagrante, con tanto di foglio sulla schiena. E, stando alla cronaca, la soluzione prospettata sarebbe stata quella giusta.

La compagine più agguerrita dei genitori è addirittura arrivata a chiedere l’annullamento della prova e la conseguente ripetizione dell’esame. Una prospettiva che ha fatto saltare il cuore in gola a molti studenti, che però hanno potuto infine tirare un sospiro di sollievo: nonostante le anomalie registrate, il TAR ha ritenuto che non ci fossero le condizioni per riportare i diplomati ai banchi per una seconda Maturità, come avvenuto invece per gli studenti siciliani.

Quando gli studenti "non ammessi" vengono graziati dal TAR

Ma il martelletto dei giudici ha cambiato le sorti degli studenti anche da altri punti di vista. Come nel caso dei maturandi con qualche insufficienza di troppo non ammessi all’esame di Maturità. C’è per esempio la storia del ragazzo di Bari, il cui fascicolo scolastico è arrivato in sede di scrutinio con due voti sotto al sei, motivo per cui i professori gli avevano chiuso la porta per l’esame di Stato 2021.

Un varco che però è stato riaperto dal TAR della Puglia, che ha accolto il ricorso dello studente in considerazione dei buoni risultati registrati nelle altre materie. A pesare sulla decisione del Tribunale anche lo stato emergenziale - il fatto è avvenuto in piena epoca pandemica - e il profilo particolare del giovane, affetto da “disturbo oppositivo provocatorio con ritardo intellettivo di grado lieve, con problemi di disattenzione e iperattività”. Una situazione, insomma, che necessitava di una maggiore specificità, cosa che invece non era avvenuta.

Ad aggiungersi alla lista c’è poi uno studente di Pescara, anche lui non ammesso in prima istanza alla Maturità per motivazioni simili: due insufficienze gravi e due lievi. Ma anche qui il TAR abruzzese ha preso le parti del ragazzo, ripescandolo dal gruppo dei non idonei, per dargli la sua seconda chance. Un’opportunità che lo studente ha saputo sfruttare al meglio mettendo le mani sull’ambito diploma.

Altro episodio simile quello risalente all'anno 2022, con un ragazzo genovese che si è presentato alla fine dell’anno scolastico con tre insufficienze, una grave e due lievi. La decisione dei professori, inutile dirlo, è stata ancora una volta messa in discussione dall’intervento del TAR: lo studente, in principio non ammesso, ha potuto sostenere l’esame di Stato con riserva. E pure in questo caso si è andati verso un lieto fine, almeno dalla prospettiva del maturando.

Lo studente ricorre due volte e ottiene due volte ragione

Ma il TAR sa essere ancora più determinante quando fa a braccio di ferro con le commissioni dell’esame di Stato. Non può non essere chiamata in causa, su questo tema, la storia di un altro studente, iscritto in un liceo di Scienze Umane genovese. Non ammesso all’edizione 2022 della Maturità, il diplomando non ci ha pensato due volte e ha avanzato il suo ricorso. Una mossa che si è rivelata vincente, visto che il Tribunale gli ha accordato la possibilità di sostenere l’esame e di strappare un onesto 61/100, in barba ai docenti.

La vicenda, però, non finisce qui. Perché la commissione ha pensato bene di apportare una leggera modifica alla valutazione: sette punti in meno, relativi ai crediti dell’ultimo anno, a causa della bocciatura iniziale del ragazzo. Il secondo ricorso era nell’aria, e così è andata: lo studente ancora una volta ha optato per lo strumento legale. E ancora una volta il TAR gli ha dato ragione. Nessun punto in meno, promosso.

Se i maturandi pensano di meritare di più spesso arriva il "ritocco" del TAR

Strano a dirsi, ma il TAR può anche intervenire per, diciamo così, dei piccoli “ritocchi estetici”. Quando cioè il voto non rispecchia le aspettative degli studenti, i quali pensano di meritare di più. E non si tratta solo di valutazioni negative, anzi. Emblematico il caso della studentessa che nel 2017, in uscita dalle superiori, aveva ottenuto un ottimo 94 su 100. A quanto pare, però, per lei era troppo poco.

La ragazza si era infatti presentata all’esame con alle spalle una carriera scolastica praticamente impeccabile, a cui corrispondeva il massimo dei crediti scolastici. Eppure, per un solo punto mancante ottenuto durante le prove, non era riuscita a ottenere i 5 punti bonus assegnabili dalla commissione.

Senza contare che, per la studentessa, i giudizi inerenti alla prova di Italiano e di Economia Aziendale erano stati ingiusti, poco onesti. Il TAR ha quindi gentilmente invitato i docenti a riunirsi di nuovo per dare un’aggiustata verso l’alto al voto.

Nella stessa direzione va la storia dello studente di Rovereto, ambientata questa volta durante l’esame di Stato 2020. Il voto in questo caso era addirittura più alto: un sonante 98, che però ha fatto storcere la bocca al ragazzo, che pertanto si è rivolto al TAR Il finale è analogo a quello precedente, con il Tribunale che accoglie il ricorso e con un colpetto nei punti giusti ha dato forma a un nuovo voto: 100 su 100.

Ma la vera ciliegina sulla torta è rappresentata dalla vicenda vissuta da una studentessa di Taranto, nell’anno 2021. Cosa è successo? Semplice, la ragazza aveva preso il massimo ma voleva di più: a quel 100 alla Maturità, infatti, mancava la lode. A nulla è servito appellarsi al preside della scuola per riesaminare il caso. Per questo, anche qui, si è imboccata la strada legale per mezzo del Tribunale Amministrativo. Facile immaginare come sia andata a finire.