La nuova valuta virtuale dell'UE

Euro digitale, cos'è e come funziona

Si tratta di un'alternativa (del tutto gratuita) al denaro contante. La Ue accelera per favorire l'integrazione finanziaria dei Paesi membri e per contrastare l'avanzata dello e-yuan cinese.

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La Banca centrale europea fa un altro passo in avanti verso l'euro digitale. Si tratta di una moneta emessa dalla Bce che verrà distribuita dalle banche a imprese e cittadini in formato digitale. Dopo l'inizio della fase preparatoria nel novembre 2023, il consiglio direttivo di Francoforte ha pubblicato il primo rapporto sullo stato dei lavori. Entro il 2025 è prevista la decisione finale sull'adozione, mentre l'entrata in vigore potrebbe arrivare nel 2026. 
 

Che cos'è l'euro digitale -

 La nuova valuta virtuale sarà esattamente come gli euro in contanti, solamente in formato digitale. La moneta, infatti, sarà emessa dalla Banca centrale europea e sarà distribuita dalle banche ad imprese e cittadini. Non sostituirà il denaro cash, ma rappresenterà un'alternativa. Attualmente, sono almeno 50 le banche centrali che stanno lavorando sulla possibilità di una valuta digitale, come quelle della Svezia e delle Bahamas. Ma in prima linea c'è la Cina, che  ha già testato il suo e-Yuan in alcune città.

Come funzionerà l'euro digitale? -

 Proprio come l'euro contante anche l'euro digitale non avrà bisogno di un conto in banca per essere usato. La moneta verrà emessa direttamente dalla banca e potrà essere custodita in un portafoglio virtuale. Il suo utilizzo sarà estremamente simile al pagamento con carta di credito oppure smartphone. Ma, a differenza di questi canali, l'euro digitale potrà essere utilizzato anche offline. Inoltre, il suo uso sarà gratuito per il consumatore e i pagamenti saranno erogati direttamente dai conti deposito delle banche centrali dell’euro-zona. Francoforte, però, ha già posto dei limiti per il suo utilizzo. Almeno nel momento di una prima introduzione, ci sarà un limite di 3.000 euro per non creare troppa concorrenza per le banche commerciali. Questo perché la nuova valuta digitale potrebbe erodere dalle banche tra il 5% e il 20% degli utili. 

L'euro digitale è una criptovaluta? -

 No, l'euro digitale mantiene le garanzie dei contanti. Una criptovaluta, come per esempio il Bitcoin, è emessa da un privato su internet, non è garantita da una banca ma dall'andamento del mercato ed è estremamente volatile. Le uniche somiglianze tra le due forme di pagamento sono legate alla loro natura virtuale. Gli euro digitali, così come i Bitcoin, devono essere gestiti da una tecnologia blockchain e usati attraverso un portafoglio digitale, ma non un conto bancario.

Perché serve? -

   L'introduzione dell'euro digitale risponde a due bisogni. Il primo è puramente politico. L'Unione Europea vuole giocare d'anticipo e prevenire l'avanzata nel territorio delle valute digitali dei colossi del tech Meta e Amazon ma, soprattutto, dello e-Yuan cinese. Il secondo bisogno è pratico. Attualmente, Bruxelles non ha un'opzione di pagamento digitale che copra tutta l’euro-zona. Tredici Paesi su venti sfruttano circuiti internazionali per gestire i pagamenti con la carta di credito. Con l'euro digitale la Ue compirebbe un ulteriore passo verso un'integrazione monetaria ed economica, realizzando uno strumento accessibile e accettato da tutti i paesi. Come dichiarato da Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo Bce, "non disporre ancora di uno strumento equivalente al contante per i pagamenti digitali rappresenta un limite per la nostra libertà in un'era sempre più digitale. L'euro digitale non lascerebbe indietro nessuno, neanche i cittadini con limitate competenze finanziarie e digitali né i gruppi vulnerabili. Un'applicazione offrirebbe a tutti un mezzo di pagamento inclusivo e accessibile"