LA DENUNCIA DEI FAMILIARI

"Si appropriò dei soldi di Paolo Calissano", l'ex tutore legale verso il processo

Per gli investigatori della guardia di finanza, l'avvocato avrebbe sottratto all'attore 500mila euro

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La Procura di Genova ha chiuso le indagini sull'avvocato Matteo Minna, l'amministratore di sostegno di Paolo Calissano, l'attore genovese stroncato a Roma il 29 dicembre 2021 da un mix di farmaci antidepressivi. Minna è accusato di aver circuito l'attore e di avergli sottratto oltre 500mila euro. Oltre a Calissano, l'amministratore di sostegno avrebbe sottratto soldi a una donna con problemi di dipendenze (per un totale di 155mila euro) e ad altri tre amministrati (200mila euro).

L'avvocato Minna era stato nominato dal Tribunale di Genova come amministratore di sostegno di Calissano nel 2006. Nel settembre 2005, nella abitazione genovese dell'attore volto di "Vivere", la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra era stata uccisa da un'overdose di cocaina e lui aveva patteggiato quattro anni di pena. Dopo un periodo in comunità, Calissano era stato colpito da depressione. Minna ha dunque amministrato i risparmi dell'artista per 13 anni.

A dicembre il giudice aveva disposto per Minna gli arresti domiciliari con l'accusa di peculato aggravato, falsità ideologica - perché avrebbe redatto false relazioni di sintesi sull'andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate -, falsa perizia per errore determinato da inganno perché avrebbe indotto in errore il consulente incaricato dal giudice tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi ricevuti.

Per gli investigatori della guardia di finanza, l'avvocato avrebbe prelevato ripetutamente dai conti correnti degli assistiti cifre che poi sarebbero confluite sul suo conto personale. Sono stati i familiari dell'attore a denunciare che il suo patrimonio sarebbe stato prosciugato poco per volta negli anni.

I movimenti di denaro, spesso non rendicontati al giudice tutelare, venivano giustificati quali pagamenti di fatture (false) per compensi per assistenza legale o per altre prestazioni professionali di cui non è stata rinvenuta traccia. Per nascondere i prelievi Minna ha firmato relazioni periodiche di sintesi ideologicamente false sull'andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate, omettendo di riferire su circostanze rilevanti.

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