Il massmediologo Klaus Davi è stato aggredito con sputi, spintoni, minacce e insulti davanti al centro islamico di viale Jenner a Milano. È accaduto venerdì, quando il giornalista si era recato lì per realizzare alcune interviste ai frequentatori e all'imam. Ma le sue domande non sono piaciute ad alcuni dei presenti che lo hanno fatto allontanare. In particolare, un uomo gli ha urlato: "Voi israeliani siete degli assassini di m***a". "Mercoledì, dopo lo stupro della ragazzina ebrea di 12 anni in Francia, avevo avvisato sulla situazione dell'antisionismo/antisemitismo che stanno vivendo le comunità ebraiche dagli Usa all'Europa. Ora l'aggressione al giornalista Klaus Davi in quanto ebreo in viale Jenner (zona centrale, non sperduta periferia) illustra meglio di mille parole la situazione a Milano, mentre il sindaco Sala fa votare per riconoscimenti fasulli della Palestina utili solo a esaltare e legittimare il fanatismo islamico", ha commentato all'Adnkronos Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano.
L'aggressione -
"Voi siete degli assassini. Ammazzate i bambini, ammazzate le donne e gli anziani. Vai via - ha urlato ancora la persona che gli aveva rivolto i precedenti insulti - o ti succede qualcosa di brutto". L'uomo gli ha anche sputato. Il tutto è ripreso in un video che il giornalista ha pubblicato sul suo canale Youtube. "Stavo facendo delle domande sul 7 ottobre, sulla guerra in Medio Oriente, sugli ostaggi in mano ad Hamas, quando i due uomini mi hanno minacciato e spintonato e sputato. Ho cercato di mantenere la calma - ha raccontato -. La mia intenzione era semplicemente indagare sul punto di vista dei frequentatori del centro relativamente alla strage del 7 ottobre. E poi eravamo sul viale, uno spazio pubblico, non all'interno del centro".
Davi ha detto di essere rimasto colpito dal fatto che quando ha chiesto una sigaretta a un ragazzo qualcuno gli ha detto in arabo "non dargliela, è un ebreo". "Mi ha molto colpito questa cosa, davvero inquietante - ha spiegato Davi -. Sono per la libertà religiosa, ma che tipo di cultura viene veicolata in questi contesti? Che rischi sta correndo la comunità ebraica?" .
"Voglio precisare che ero solo, che non ho assolutamente allertato le forze dell'ordine perché non è mia abitudine farlo, non mi va di fare pagare ai contribuenti il costo della mia sicurezza solo perché faccio il mio lavoro, e detto sinceramente - ha concluso -, non avrei immaginato un tasso di aggressività e di controllo territoriale così capillare. Mai visto anche in zone molto complesse un simile marcamento del territorio. Ma qui non siamo a Ponticelli o a Caivano o ad Archi, qui siamo sulle strade di Milano. Lo Stato e la politica dovrebbero riflettere".
Meghnagi: "Risultato del clima proPal" -
"Se un giornalista, solo perché ritenuto ebreo, non può più lavorare perché subisce pesanti intimidazioni razziste la cosa è gravissima. Non solo per gli ebrei, ma per il giornalismo e la libertà di informazione del nostro Paese", ha proseguito Meghnagi -. Tutto questo "è il risultato del clima Propal che dal 7 ottobre rende difficile la vita degli ebrei a Milano: dall'università al 25 aprile fino al Pride, è tutto un continuo esaltare la 'Resistenza' dei terroristi di Hamas". "Chi non ha fatto e detto nulla prima, si faccia un esame di coscienza. Soprattutto se ha importanti cariche istituzionali", ha concluso.