Ha più volte criticato l'operato di Papa Francesco, chiedendone le dimissioni, e ora monsignor Carlo Maria Viganò è accusato di scisma. L'ex Nunzio in Usa è stato convocato dal Dicastero per la Dottrina della Fede, quello che un tempo era il Sant'Uffizio. "Considero le accuse contro di me un onore. Nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione con questa Chiesa bergogliana", ha detto monsignor Viganò.
Le accuse -
Il Dicastero per la Dottrina della Fede ha invitato Viganò a presentarsi "per prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato". E ciò di cui è accusato, nello specifico, sono "affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con Lui e rifiuto del Concilio Vaticano II".
La replica -
Immediata la replica di monsignor Viganò: "Questa chiesa agisce in evidente discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo", ha detto, invitando a pregare per "coloro che sono perseguitati a causa della loro fede".
L'attacco al Papa e alla Chiesa -
"Credo che la formulazione stessa dei capi d'accusa confermi le tesi che ho più e più volte sostenuto nei miei interventi", ha aggiunto. "Non è un caso che l'accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la bergogliana chiesa sinodale è necessaria metastasi", ha concluso.
Parolin: "Deve rispondere dei suoi atteggiamenti" -
"Monsignor Viganò ha assunto alcuni atteggiamenti a cui deve rispondere. E' normale che la Dottrina della Fede abbia preso in mano la situazione e stia svolgendo quelle indagini che sono necessarie per approfondire questa situazione", ha commentato il Segretario di Stato Vaticano, il card. Pietro Parolin, sottolineando come l'ex nunzio abbia comunque la possibilità di difendersi. A livello personale, Parolin ha poi aggiunto: "Mi dispiace tantissimo, io l'ho sempre apprezzato come un grande lavoratore molto fedele alla Santa Sede, in un certo senso anche di esempio, quando è stato nunzio apostolico ha lavorato estremamente bene, cosa sia successo non lo so".