La bambina mentre spegne le candeline sulla torta di compleanno o mentre visita un parco divertimenti insieme alla madre. Sono alcuni dei contenuti postati quasi ogni giorno sui profili di Alice Pasti, influencer da 139mila follower che negli anni ha, sempre più spesso, coinvolto la figlia di 4 anni nei contenuti in cui sponsorizza creme di bellezza e vestiti. Una scelta non condivisa dal padre della bambina che ha chiesto e ottenuto dal giudice la rimozione delle immagini che ritraggono la figlia.
La richiesta del padre -
La donna ha sempre definito "naturale" la scelta di mostrare la figlia sui social, perché "le immagini sono condivise in maniera sana, senza secondi fini". Il suo ex compagno, padre della bambina, che si è rivolto al tribunale. "Questa sovraesposizione sta danneggiando la crescita di una minore – è la tesi del genitore riportata dal quotidiano La Provincia Pavese –. E in ogni caso non c’è il mio consenso". Per un certo periodo, secondo quanto si apprende, l'uomo avrebbe tollerato la presenza di contenuti riguardanti la figlia sui social per poi prendere coscienza dei rischi che questa esposizione comportava. I contenuti infatti, principalmente su Instagram e Tik Tok, venivano spesso salvati dagli utenti che li mettevano tra i preferiti. Secondo quanto riportato dalla sua legale, l'episodio più preoccupante si è verificato in Calabria, dove l'uomo era in vacanza insieme alla figlioletta. La bimba era stata riconosciuta per strada da una follower di sua madre. Dopo qualche tempo, la stessa scena si era ripetuta con un istruttore del corso sportivo frequentato dalla piccola.
Il fenomeno sharenting -
"Non voglio commentare questa vicenda, che affronterò nelle sedi opportune perché resta un fatto privato – spiega Alice Pasti –. Ma posso dire che ho sempre condiviso i miei video in maniera sana, non vengo pagata da altre aziende, quindi quelle immagini e filmati sono solo una condivisione di momenti positivi con mia figlia. Riconosco che questo è un tema delicato e importante, allora servirebbe una linea comune per tutti. Non intendo passare come una mamma che non fa il bene di sua figlia". Al vaglio del giudice, anche i contenuti promozionali condivisi dall'influencer che coinvolgevano la minore. La vicenda intanto, riapre il dibattito sul cosiddetto "sharenting" che, letteralmente, unisce le parole inglesi “share” condividere e “parenting” genitorialità. La prima sentenza è stata quella del Tribunale di Roma, del 23 dicembre 2017: il giudice ha condannato una madre a togliere dalla Rete tutte le immagini relative al figlio di 16 anni. Infine, è sbarcata recentemente alla Camera dei deputati la richiesta di approvare un provvedimento volto a tutelare il diritto all’immagine dei minori e combattere quindi lo sharenting.