VERSO LE NOMINE

Ue, Weber e Tusk (Ppe): "Molto vicini all'intesa su von der Leyen" | Tajani: "Germania e Francia perdenti alle europee, non impongano loro scelte"

Alla cena tra i leader europei, chiusa senza un accordo formale, nessuno ha obiettato sul bis della von der Leyen alla guida della Commissione europea. Orban: "Ignorata la volontà degli elettori, uniamo le destre"

Il presidente del Ppe Manfred Weber è certo che il nome di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea non sia in discussione. Lo dice facendo riferimento all'esito della cena tra i leader europei di lunedì sera a Bruxelles e dicendo che è "contento" di questa situazione. Poi spiega: "Si è capito che von der Leyen ha fatto un ottimo lavoro negli ultimi cinque anni e la nostra proposta del Ppe, il nostro candidato principale, ottiene il sostegno del Consiglio. Questo è un segnale di stabilità". Della stessa idea il premier polacco, e negoziatore del Ppe, Donald Tusk: "Siamo molto vicini a raggiungere un accordo: molto probabile che von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas assumano posizioni di vertice". Antonio Tajani, leader di Forza Italia (del gruppo Ppe), boccia la scelta dei partiti di maggioranza, usciti meno forti alle ultime europee, di imporre i propri candidati. "Non ero alla riunione di Bruxelles ma certamente c'è sempre un tentativo di imporre delle scelte da parte di alcune forze che hanno perso le elezioni, di imporre la legge del perdente", sottolinea.

Pse: "Pronti a sostenere il candidato del Ppe" -

 Lunedì alla cena hanno partecipato i rappresentanti di Ppe, Pse e Renew Europe per trovare un accordo sulle nuove nomine in Ue. "Gli elettori hanno detto la loro. I partiti pro-europei e pro-democratici hanno ottenuto la maggioranza. Ora dobbiamo lavorare per tradurre quel risultato in un modo che rafforzi e unifichi il progetto europeo. Come seconda forza politica più grande in Europa, ci concentriamo sullo svolgere un ruolo costruttivo in quel processo. Dopo le elezioni europee, il Pse è pronto a sostenere il candidato del Ppe per la presidenza della Commissione europea, a condizione che i negoziati non coinvolgano famiglie politiche di estrema destra e che il programma rifletta veramente la necessità di rafforzare la nostra Unione", afferma in una nota il segretario generale del Partito dei socialisti europei Giacomo Filibeck, facendo eco a Tusk e Weber.

"Con le negoziazioni in corso per il prossimo mandato, continueremo a lavorare in modo costruttivo, pragmatico e responsabile per tradurre quel risultato in un modo che rafforzi e unifichi il progetto europeo e rifletta la nostra posizione di seconda forza più grande nel Parlamento europeo. Gli scambi di lunedì sera sono stati il primo passo di un processo di negoziazione più lungo. Abbiamo fiducia nei nostri negoziatori Olaf Scholz e Pedro Sánchez per trovare la strada da seguire nell'interesse della democrazia europea e delle sue istituzioni. Nel contesto delle sfide che emergono sia all'interno che all'esterno dell'Unione, forza e unita' ora sono l'unico modo per fornire soluzioni a beneficio di tutti i cittadini", conclude.

Tajani: "Germania e Francia non impongano loro scelte" -

 Antonio Tajani, leader di Forza Italia (Ppe), boccia la decisione di Germania e Francia di imporre i loro candidati e commenta così le indiscrezioni secondo cui diversi Paesi sarebbero rimasti molto colpiti dalla volontà di Parigi e Berlino di isolare Giorgia Meloni. "Lunedì non ero alla riunione di Bruxelles ma certamente c'è sempre un tentativo di imporre delle scelte da parte di alcune forze che hanno perso le elezioni, di imporre la legge del perdente", dichiara il vicepremier e ministro degli Esteri. "Non si può cercare di modificare l'esito elettorale e la volontà dei cittadini con operazioni di Palazzo. Bisogna tener conto dell'esito elettorale, serve aprire le porte della maggioranza a Ecr, non ai Verdi".

Orban: "Ignorata la volontà degli elettori, uniamo le destre" -

 Attacca la riunione anche Viktor Orban. "A Bruxelles la volontà del popolo europeo è stata ignorata. Il risultato delle elezioni europee è chiaro: i partiti di destra si sono rafforzati, la sinistra e i liberali hanno perso terreno. Il Ppe, invece, invece di ascoltare gli elettori, alla fine si è alleato con i socialisti e i liberali: lunedì hanno stretto un accordo e si sono spartiti i vertici dell’Ue", sostiene il premier ungherese. "A loro - continua - non interessa la realtà, non si preoccupano dei risultati delle elezioni europee e non si preoccupano della volontà del popolo europeo. Non dovremmo essere ingenui: continueranno a sostenere l'immigrazione e a inviare ancora più denaro e armi alla guerra Russia-Ucraina". "Non cederemo a questo - evidenzia - uniremo le forze della destra europea e lotteremo contro i burocrati favorevoli all’immigrazione e alla guerra".

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