Il dopo elezioni europee | Guarda la sedicesima puntata di "TOGETHER - Europa2024"
L'approfondimento, realizzato in collaborazione con il Parlamento europeo, è andato in onda giovedì 13 giugno. Ospiti dell'appuntamento: Carlo Fidanza, europarlamentare Fdi; Camilla Laureti, europarlamentare Pd, e Gianluca Passarelli, professore di Scienza Politica all'Università La Sapienza di Roma.
La prima puntata di "TOGETHER - Europa2024", il progetto multimediale di Tgcom24 in collaborazione con il Parlamento europeo, dopo le elezioni europee non poteva che essere dedicata proprio ai risultati del voto. Ne abbiamo parlato con Carlo Fidanza, europarlamentare Fdi; Camilla Laureti, europarlamentare Pd, e Gianluca Passarelli, professore di Scienza Politica all'Università La Sapienza di Roma.
La "maggioranza Ursula" regge - Dopo le elezioni, il Partito popolare europeo si è confermato la prima forza del Parlamento europeo. La "maggioranza Ursula", con i Popolari uniti a Socialisti e Liberali, regge grazie ai 400 seggi cumulativi guadagnati. Insomma, nonostante i timori pre-voto, l'onda nera non ha travolto il Pe, ma ha scosso i governi nazionali di Francia, Germania e Belgio. "Ursula von der Leyen ha già detto che lascia delle porte aperte e dietro quella porta è chiaro che ci siano soprattutto Giorgia Meloni e i suoi 25 deputati di Fratelli d'Italia del Gruppo dei Riformisti e Conservatori. Per il nuovo programma della Commissione europea bisognerà inevitabilmente andare oltre il perimetro della possibile maggioranza con Ppe, Socialisti e Liberali di 400 deputati, perché tra franchi tiratori e defezioni bisogna stare al sicuro. Ed ecco che quindi si guarda oltre questo perimetro. Le grandi manovre sono iniziate, ci sarà un primo Consiglio europeo il 17 giugno proprio per cominciare ad avvicinare le parti. Sarà una lunga trattativa", ha spiegato il corrispondente Mediaset da Bruxelles Leonardo Panetta.
"Penso che sia un momento molto difficile per l'Europa, che deve decidere cosa vuole fare da grande. Il motore a due combinazioni Parigi-Berlino in questo momento si è inceppato, probabilmente per un messaggio poco chiaro da parte del governo tedesco e di quello francese su ciò che volevano per l'Europa del futuro. Quindi, i cittadini hanno percepito un messaggio più chiaro provenire invece dalle forze nazionaliste e hanno sostenuto queste ultime", ha dichiarato Passarelli.
"Però, nel complesso - ha aggiunto -, bisogna considerare gli equilibri più generali. La famiglia socialista e quella popolare mantengono le forze che avevano in precedenza. Quindi, l'accordo giocoforza si farà tra Popolari, Socialisti, il gruppo di Macron (i Liberali di Renew Europe, ndr), che pure esce fortemente ridimensionato, e probabilmente, bisognerà vedere in che modo anche dipendendo dalla candidata o dal candidato alla Commissione, il Gruppo dei Riformisti e Conservatori. Quindi, lo spostamento che c'è stato a destra non avrà ripercussioni all'interno della Commissione, anche perché per eleggere il presidente c'è bisogno del voto del Parlamento. È vero che il Consiglio coi Capi di Stato e di governo può indicare un nome, però bisogna tenere anche conto di quegli equilibri che in Parlamento rimangono abbastanza stabili, permettendo a Popolari, Socialisti e Renew di eleggere un presidente".
Le possibili alleanze - In puntata, si è poi parlato di possibili alleanze. "Bisognerà farle con chi crede nell'Europa, nel futuro dell'Europa, in un'Europa più forte e unita e non con chi crede in un'Europa delle nazioni e vuole distruggerla. Mi sembra difficile fare alleanze con partiti conservatori o con le estreme destre, che nell'Europa, a nostro avviso, non credono. Vediamo quale sarà la strada che prenderà Ursula von der Leyen, si deciderà molto in queste ore", ha detto Laureti.
"I cittadini europei hanno parlato e dato un responso chiaro. Oggi ci sono tre gruppi politici in questo Parlamento che aumentano: i Popolari, subito dopo i Conservatori e dopo ancora il gruppo di Id. I socialisti sono scesi di poco, ma scesi, i Verdi sono scesi, i Liberali hanno preso una batosta clamorosa. Questo vuol dire che c'è stato un rifiuto, una critica da parte dei cittadini europei rispetto alle ricette che sono state portate avanti negli ultimi 5 anni: l'estremismo verde che ha messo in ginocchio la nostra industria e la nostra agricoltura, l'immigrazionismo, le porte aperte a chiunque voglia entrare nel nostro Continente senza controllare i flussi migratori. Tutte queste sono ricette che sono state sconfitte, quindi io mi auguro che i Popolari che hanno preso voti di centrodestra li spendano verso il centrodestra senza continuare a fare la stampella delle politiche suicide della sinistra rosso-verde europea", ha invece affermato Fidanza.
"Il Consiglio europeo farà una proposta rispetto al candidato presidente della Commissione. Su questo ci esprimeremo in Parlamento. Naturalmente, dipenderà da quale sarà il pacchetto complessivo che verrà proposto, compreso quello che spetterà all'Italia. Ovviamente, per noi è impensabile fare una maggioranza parlamentare stabile con la sinistra esattamente quanto lo è per la sinistra farla con noi", ha proseguito l'europarlamentare. Su quest'ultima affermazione Laureti si è mostrata d'accordo: "Anche per noi".
Le sfide future - Quali le prossime sfide per l’Europa? Per l'europarlamentare Pd, quelle "dei prossimi cinque anni del Parlamento europeo sono importantissime. Riguarderanno soprattutto un'Europa più forte e unita, anche perché abbiamo da affrontare e non solo da invocare la costruzione della pace. Non dimentichiamo che ci sono sia in Ucraina sia in Medio Oriente questioni da risolvere il prima possibile. Anche la politica migratoria è un altro tema che sicuramente deve essere affrontato e che nella scorsa legislatura non abbiamo concluso, perché il Patto su migrazione e asilo per noi non era una buona definizione e conclusione per risolvere le politiche migratorie. Poi sicuramente dobbiamo affrontare il tema della transizione ecologica. Il Patto verde è stato firmato nel 2019 dalla von der Leyen, negli ultimi mesi di questa legislatura su questo si sono fatti troppi passi indietro. Riteniamo che la costruzione di un nuovo modello di sviluppo sia necessaria".
"La difesa è la priorità numero uno in questa fase. Poi, è necessario rivedere tappe, obiettivi e modalità del Green Deal e incrementare invece le azioni per contrastare l'immigrazione irregolare, sul modello che Giorgia Meloni ha finalmente portato qui a Bruxelles, quello degli accordi con i Paesi terzi e del controllo delle frontiere esterne", ha concluso Fidanza.