Una rete di sosia per superare le selezioni d'ingresso nelle forze dell'ordine. Così, tra il 2017 e il 2021, diciassette tra aspiranti poliziotti, agenti della penitenziaria, carabinieri e vigili del fuoco avrebbero superato le prove scritte facendo presentare al proprio posto persone più preparate nelle materie d'esame. E per loro la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio a vario titolo per truffa o sostituzione di persona all'interno di un'inchiesta più ampia che avrebbe coinvolto oltre 50 candidati, per i quali, però, in mancanza di solidi elementi di colpevolezza, si va verso l'archiviazione. Della chiusura indagine dell'inchiesta sui concorsi truccati nelle forze dell'ordine dà notizia Il Messaggero.
L'inchiesta e il rinvio a giudizio -
Dei 17 candidati indagati per aver "truccato" il concorso, in 11 (un allievo carabiniere, un vigile del fuoco, tre agenti della penitenziaria e sei poliziotti) l'avevano vinto, mentre sei, nonostante l'espediente usato, non ce l'avevano fatta a superare la selezione.
Così gli 11 "vincitori con il trucco" devono rispondere di truffa, perché, secondo il sostituto procuratore romano Carlo Villani, "inducendo in errore l'amministrazione pubblica, si procuravano l'ingiusto profitto dato dal superamento della prova concorsuale con successivo arruolamento nel Corpo, al quale - si legge su Il Messaggero che riporta stralci dal capo di imputazione - cagionavano un danno anche patrimoniale: spese concorsuali, di assunzione, indebito stipendio pagato".
A chi invece non ha passato le prove scritte viene contestato dal pm il reato di sostituzione di persona. I finti candidati che si sono prestati a questo "scambio d'identità", invece, sono rimasti ignoti.
Delle indagini si sono occupati gli investigatori della guardia di finanza dell'Aquila, che, eseguendo una serie di perizie calligrafiche, hanno scoperto il "trucco".
Il caso limite del candidato "sfortunato" -
Nell'inchiesta è entrato anche un candidato che ha provato a superare ben tre concorsi pubblici nelle forze dell'ordine con l'aiuto del sosia, senza, però, riuscirci. Come riferisce Il Messaggero, ci ha provato la prima volta il 9 agosto 2017, quando ha mandato un altro al suo posto alle prove scritte per 1.148 allievi agenti della polizia di Stato. Poi, nel 2018, con la selezione da 1.220 posti nella Penitenziaria e, infine, a gennaio 2019 al concorso per 654 allievi della polizia. Per tre volte il risultato è stato un fallimento.