La riflessione sui cambiamenti climatici si fa sempre più viva con l'arrivo delle temperature calde e il susseguirsi di eventi atmosferici sempre più preoccupanti. Un pubblico che fa parte di questo dibattito è quello dei videogiocatori: di recente, infatti, negli Stati Uniti sono state condotte due indagini atte a misurare l'impegno di chi usa frequentemente i videogiochi nei confronti del cambiamento climatico.
La ricerca, dal titolo "Geeks versus climate change: Understanding video game players' engagement with global warming", è stata condotta da Paula Escuadra dell'International Game Developers Association Climate Special Interest Group in collaborazione con alcuni esperti di Microsoft e Ubisoft.
Dal momento che molti sviluppatori statunitensi stanno cercando di inserire contenuti sul clima nei giochi per sensibilizzare la popolazione che ne fa uso, sono stati realizzati due studi: nel primo, un sondaggio rappresentativo a livello nazionale negli Stati Uniti, è emerso che i giocatori avevano una probabilità leggermente maggiore rispetto ai non giocatori di voler intraprendere azioni collettive sul riscaldamento globale, in particolare per quanto riguarda comportamenti di attivismo dei consumatori e comportamenti politici.
Nel secondo studio, i risultati hanno mostrato che i videogiocatori statunitensi con amici e parenti che giocano anch'essi ai videogiochi (o che sono stati esposti ad alcuni contenuti sul riscaldamento globale) sono leggermente più propensi a discuterne con persone vicine e familiari ed è più probabile che si impegnino attivamente nella causa. I giocatori più accaniti, inoltre, sono leggermente più propensi a dichiarare che si impegneranno in azioni di tipo politico.
Questi risultati si sono rivelati coerenti dopo aver controllato le potenziali variabili di disturbo, come l'età, la propria ideologia politica e l'atteggiamento nei confronti del cambiamento climatico. Escuadra ha affermato come molte persone che lavorano nei videogiochi siano profondamente preoccupate per la crisi climatica, trovando tuttavia il movimento per la sostenibilità opprimente e talvolta poco accogliente. Si tratta di un sentimento guidato dalla paura e dalla vulnerabilità che deriva dal riconoscere di poter essere parte del problema.
"Una delle sfide che ci troviamo ad affrontare, quando aiutiamo gli sviluppatori e i videogiocatori a prendere coscienza del loro potere e del potenziale che hanno per creare un cambiamento positivo, è che la sostenibilità è spesso caratterizzata da una narrazione del tipo 'hai fatto qualcosa di sbagliato'", ha spiegato l'autrice. "I giochi sono molto potenti perché non creano solo un senso di curiosità attraverso il gioco, ma ridefiniscono il nostro rapporto con il fallimento. Molti titoli ci mettono in situazioni in cui il giocatore si trova ad affrontare una minaccia esistenziale, apparentemente insormontabile e capace di porre fine al mondo, mettendoci nella posizione di fare qualcosa al riguardo".
I dati suggeriscono come i videogiocatori siano un pubblico prezioso per la comunicazione sull'emergenza globale, combattendo lo stereotipo dei "gamer disimpegnati o antisociali". Al contrario, molti utenti si sono dimostrati preoccupati e disposti ad agire, mentre molte persone che hanno mostrato interesse ad agire nella lotta contro il cambiamento climatico giocano ai videogiochi.
Lo studio ha identificato infine anche diverse potenziali vie di comunicazione dedicate ai giocatori, come la sensibilizzazione e il coinvolgimento delle community videoludiche attraverso i canali e gli spazi social, gli eventi di gioco e gli influencer.