Passo avanti nella ricerca sugli antenati dei cavalli. La diffusione dei cavalli domestici, animali dai quali discendono tutti gli equini attualmente viventi sul pianeta risale a 4.200 anni fa. Essi si diffusero in tutto il continente europeo a partire dalle vaste steppe della Russia occidentale. La scoperta si deve a uno studio dell'Università francese di Tolosa III Paul Sabatier pubblicato sulla rivista Nature, che ha sequenziato il Dna di centinaia di resti archeologici di cavalli.
La diffusione dei progenitori dei cavalli moderni è un evento che ha segnato l'inizio di una nuova era nella storia dell’umanità, grazie a una straordinaria accelerazione delle comunicazioni, delle interazioni e degli scambi commerciali tra culture diverse in tutta l'Eurasia.
L'analisi, a cui ha partecipato anche l’Università di Milano, ha coinvolto ricercatori provenienti da oltre cento istituzioni di tutto il mondo. Gli studiosi hanno esaminato i dati raccolti alla ricerca di tre indizi rivelatori: il momento in cui gli antenati dei moderni cavalli iniziarono a diffondersi al di fuori del loro ambiente d'origine, i primi segni di allevamento su larga scala e, infine, l'allungamento della vita riproduttiva degli animali, che indica l'intervento dei primi allevatori.
Cosa emerge dallo studio -
I risultati hanno mostrato un "allineamento" di questi tre fattori chiave circa 4.200 anni fa, escludendo quindi la possibilità che le massicce migrazioni umane che diffusero le lingue indoeuropee al di fuori delle steppe 5mila anni fa siano state aiutate dai cavalli, come ipotizzato finora.
I dati rivelano anche un più antico episodio di domesticazione avvenuto circa 5.500 anni fa, rimasto però isolato: le prove di questo primo episodio provengono dal sito archeologico di Botai nell'Asia centrale, ma la popolazione del luogo non usò i cavalli per spostarsi, bensì come forma di sostentamento, e dunque il Dna di questi animali non contribuì alla domesticazione vera e propria, avvenuta solo più di 1.000 anni dopo.