La perdita di una persona cara può essere così dolorosa da provocare shock irreversibili: questo è particolarmente vero nei bambini, con i traumi che possono causare problematiche capaci di aggravarsi nel tempo, generando enormi disagi emotivi e fisici. In Canada, una struttura di accoglienza della cittadina di Chilliwack ha deciso di utilizzare i videogiochi come supporto al lutto dei piccoli ospiti.
L'organizzazione comunitaria, nota con il nome "Chilliwack Hospice Society", aiuta le persone e le famiglie che affrontano il gravoso processo della morte attraverso il sostegno, l'educazione e i programmi che promuovono il benessere e un lutto sano, grazie a percorsi gratuiti e senza barriere attraverso una serie di attività per bambini e ragazzi.
I giovani clienti della struttura si sono aperti maggiormente al dolore da quando è stato messo a disposizione un sistema videoludico. Grazie a una sovvenzione comunitaria, la struttura ha potuto ampliare il suo programma di sostegno al lutto per bambini e ragazzi con neurodiversità acquistando una console Nintendo Switch e una tv da utilizzare durante le sessioni di consulenza. "Sembra solo un gioco, uno scherzo, ma questo è il loro linguaggio. È così che i bambini imparano", afferma Franceska Hills, responsabile del programma per bambini e ragazzi. "Giocare è il modo migliore di imparare anche per molti adulti e certamente il mio preferito, perché se mi diverto, assimilo molto di più".
Negli ultimi anni, il numero di bambini e ragazzi con diagnosi di autismo, disturbo da deficit di attenzione, dislessia e altri disturbi del neurosviluppo è aumentato costantemente presso la struttura di accoglienza. Hills ha avuto così l'idea di creare una sorta di piattaforma online di gioco dove incontrare i suoi assistiti. "Ho pensato che fosse fuori dagli schemi e diversa", prosegue Hills. "I bambini hanno bisogno di qualcosa di diverso, perché il lutto dei bambini è completamente diverso da quello degli adulti".
Offrendo servizi di supporto al lutto di persona attraverso i videogiochi, i bambini che altrimenti potrebbero sentirsi insicuri, apprensivi e isolati possono accedere al supporto in un modo familiare, senza barriere e adatto ai loro interessi. Molti giocano ai videogiochi a casa e con i loro amici, quindi questa nuova impostazione porta qualcosa di più sereno e intimo in un contesto che può risultare spesso estraneo.
Hills siede accanto ai bambini e gioca con loro ai videogiochi, ribadendo come il gioco tolga molta pressione al bambino perché il contatto visivo può essere molto aggressivo per alcuni, soprattutto se neurodivergenti. "Cerco sempre di riequilibrare la situazione e di dare un vantaggio al bambino", ha detto. "Io non sono abile nel gioco, quindi sono loro ad avere la meglio. Anche quando mi impegno al massimo, mi battono comunque".
Grazie a giochi del calibro di Minecraft, i piccoli ospiti che di solito trovano poco confortevole interagire con gli altri, possono navigare in un mondo videoludico e sentirsi competenti, vincenti e in controllo. "Quando si lavora con un consulente, c'è spesso una 'dinamica di potere' che può essere ancora maggiore nel caso dei bambini", ha aggiunto Hills. "I ragazzi si allontanano da quell'immagine vecchia e soffocante della terapia, in cui ci si siede di fronte al terapeuta e ci si fissa a vicenda mentre si affrontano conversazioni difficili. Invece, quando giochiamo, siamo seduti fianco a fianco e ci concentriamo davanti a noi".
La donna si ritiene soddisfatta del lavoro compiuto fino a questo momento e spera di poter migliorare gli spazi di accoglienza, aggiungendo alle postazioni dedicate ai videogiochi elementi e oggetti sempre più vicini all’ambiente domestico, così che i bambini si sentano come a casa propria. "Stiamo dando loro il linguaggio per descrivere effettivamente come si sentono e stiamo dando loro delle abilità per affrontare i problemi da portare con sé", ha detto Hills. "Stando seduti qui a giocare con loro, molti mi hanno detto: 'Sai, lo facevo con la persona cara che amavo tanto, ma ora non c'è più e non ho nessuno con cui giocare'. Non è purtroppo la stessa cosa, ma dà loro quel piccolo ricordo".