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A "Popular" Steve Hackett ripercorre la sua carriera

Il chitarrista dei Genesis ospite al Teatro nuovo "Giancarlo Menotti" di Spoleto

di Giancarlo Bastianelli

© Ufficio stampa

Un Teatro nuovo “Giancarlo Menotti” di Spoleto gremito, ha accolto un mito della chitarra: Steve Hackett per un incontro che è servito a ripercorre la straordinaria carriera del leggendario musicista Inglese, dal periodo dei Genesis fino ai suoi album solisti, vere e proprie “gemme”, che pur non avendo raggiunto vette altissime di vendita, hanno consolidato nei decenni un pubblico sempre più attento. Hackett è stato sempre molto attaccato all’Italia, Paese dove i Genesis erano più famosi, nei primi anni ’70, rispetto alla loro terra d’origine. Proprio con i suoi album solisti, Steve ha dimostrato tutta la sua versatilità passando da lavori in ambito prog, alla musica contemporanea, senza dimenticare le sue solide basi di chitarrista classico. A intervistare Hackett il giornalista, critico musicale e scrittore Mario Giammetti, autore di numerosi libri sui Genesis. Prima dell'evento a Spoleto, Hackett ha accettato di incontrare i giornalisti.

La prima domanda non poteva che essere sul suo ingresso nei Genesis, che avvenne ufficialmente nel disco "Nursery Cryme", prendendo il posto di un altro chitarrista di grande spessore, come Antony Phillips: "Incontrai i Genesis nel 1970 - ha raccontato Steve Hackett - Cinque anni prima avevo pubblicato un'inserzione sul Melody Maker, un giornale musicale molto voga in quel periodo. Peter Gabriel e Tony Banks vennero a trovarmi nella casa dove vivevo con i mei genitori e mio fratello John, anche lui musicista. Decisero di farmi entrare nella band ed io accettai. Il problema almeno inizialmente, fu andare d’accordo con Mike Rutherford, perché eravamo entrambi chitarristi, loro volevano un musicista che passasse dalla chitarra elettrica alla 12 corde e che fosse anche in grado di scrivere canzoni. Era il 1971, restai nei Genesis fino al '77 sono trascorsi più di 50 anni dal mio ingresso nel gruppo, ma a me sembra ieri. Anche John Lennon era diventato un nostro fan e sosteneva che i Genesis erano i veri 'figli dei Beatles', noi a nostra volta vedevamo i Beatles come fratelli maggiori. La nostra musica era differente dalla loro ma sia nei Beatles che nei Genesis, c'erano diversi componenti in grado di scrivere canzoni.

Hai un ricordo particolare del nostro Paese?
Quello del concerto a Roma del '74, quando nonostante il furto della mia chitarra che subii la sera prima in Svizzera, feci con la band un bellissimo show, suonando una chitarra Gibson Les Paul che mi era stata prestata, in sostituzione della mia. Tutto il pubblico accolse la band con grande calore e fu un concerto che rimase nella mente di tutti noi, membri dei Genesis.

Quest’anno ricorronno i 50 anni dalla pubblicazione di "The Lamb Lies Down on Broadway"
Per ricordare l'album, farò un tour che arriverà in Italia;  con il mio gruppo suoneremo diversi brani di quel disco, che fu l’ultimo con Peter Gabriel. Peter volle scrivere tutti i testi; mentre noi suonavamo in una stanza, lui era in quella vicina ed ascoltandoci suonare lavorava alla storia di Rael, mi rattristava il fatto che per lui fosse l’ultimo lavoro con i Genesis. Peter non è solo un grande cantante, ma anche un grande uomo, una delle persone più belle dell'intero mondo musicale. Sono rimasto per i due dischi successivi "A Trick Of The Tail" e "Wind and Wuthering", poi dal momento che mi imposero di scegliere tra loro e la carriera solista, optai per quest'ultima;  ero un musicista, volevo avere una mia autonomia rispetto ai Genesis. Da allora ho “prodotto rumore” per andare avanti; a volte con la chitarra acustica, a volte con quella elettrica, con influenze che nei decenni hanno spaziato dal rock alla classica.

Il pubblico del Teatro Nuovo “Giancarlo Menotti” ha assistito ad un evento di quasi tre ore, trascorse velocissime, ascoltando le parole di Hackett, intramezzate dalla musica diffusa dall’impianto della Diesis Audio, una delle eccellenze tecnologiche e culturali della città di Spoleto.