Antonio Tajani si racconta in famiglia e svela il suo lato privato. Dietro il ruolo istituzionale di vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, si cela un Tajani che prima di tutto è nonno. Un nonno felice e premuroso, che porta il nipotino Matteo di 2 anni allo stadio e che non vede l'ora di abbracciare la piccola Penelope, in arrivo proprio in questi giorni. Un uomo di famiglia, con salde radici nei valori tradizionali.
L'amore di Antonio Tajani per i nipotini -
"I nipotini sono il mio grande amore - racconta nel ritratto privato rilasciato a Chi -. I figli dei tuoi figli li ami due volte. Sono una cosa sola. I figli di Filippo sono parte di Filippo. Lo confesso: adoro i bambini, me li porterei ovunque". Matteo, il primogenito, "è un terremoto. Ci gioco molto, appena posso, e lo porto con me allo stadio, è juventino pure lui". E poi Penelope, che sta per nascere. "Una grande emozione. Una bambina che porterà gioia e serenità, entusiasmo e allegria. È la vita che va avanti".
Un uomo che nel pubblico, come nel privato, difficilmente alza i toni. "Non è necessario - spiega -: bisogna essere seri e non promettere ciò che non si può mantenere. E bisogna dare l’esempio. Essere uguali in pubblico e in privato. La fede mi aiuta. Non sono mai stato un sagrestano, ma un boyscout sì. La fede è rassicurante. Non ho paura della morte. La speranza c’è sempre. Anche i miei figli sono credenti". Poi, però, ammette che qualcosa gli fa perdere la pazienza: "La superficialità nel lavoro. Soprattutto quando si è al servizio dei cittadini. Si può inciampare, siamo umani pure noi politici. Ma bisogna far di tutto per non sbagliare".
"Prendo le mie decisioni con calma e razionalità, mai sull'onda delle emozioni" -
Dietro l'immagine pubblica di politico navigato ed esperto delle questioni internazionali, il leader di Forza Italia conferma il ruolo fondamentale della sua famiglia. "Mia moglie mi rasserena - dice -. I figli non mi hanno mai creato problemi. Sono fortunato". E' così che affronta sfide importanti, come il ruolo di ministro degli Esteri in un momento storico molto delicato. "La responsabilità è enorme. Faccio il ministro di un Paese che guida il G7. Seconda potenza industriale della Ue. Ogni cosa che faccio ha un peso, quello che dico ha un peso. L’esperienza in Europa mi ha aiutato. Le decisioni vanno prese con calma e razionalità, mai sull’onda delle emozioni".
In vista delle Europee, l'auspicio di Tajani è che si arrivi a un'Europa "della sicurezza. Da tutti i punti di vista. Anche del lavoro. L’Europa deve essere rassicurante per i Paesi che ne fanno parte. Una grande casa che ci protegge. Un’Europa che tuteli anche l’ambiente, ma senza danneggiare l’industria e l’agricoltura. E deve essere protagonista di pace in Ucraina e in Medioriente. Vogliamo essere portatori di pace nel mondo. Siamo l’unico continente dove non esiste la pena di morte".