PRIMA LE DONNE - NUOVE STORIE

"Monologo della buona madre"... e l'inadeguatezza ad esistere fuori dallo sguardo altrui

All'Elfo Puccini di Milano dal 10 al 14 giugno lo spettacolo di Barletti/Waas di e con Lea Barlett 

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Esiste una "buona madre"? Per la rassegna "Prima le donne - Nuove storie", "Monologo della buona madre", in scena al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 10 al 14 giugno, si interroga su uno degli ultimi miti o tabù della nostra società, quello della maternità, incatenata da modelli, ruoli prestabiliti e dogmi introiettati sin dalla più tenera età. Il vibrante spettacolo della compagnia Barletti/Waas di e con Lea Barletti e con la regia di Werner Waas, artista che è stato tra i maggiori protagonisti della scena underground degli anni Novanta, mette in scena l'inadeguatezza di una donna incapace di esistere al di fuori dello sguardo altrui.

Esistere solo nello sguardo degli altri -

  Sola in scena, seduta su un alto piedistallo come un oggetto da esposizione, la ‘buona madre’ inizia il suo discorso dichiarando la propria intenzione di andarsene. Ma non ne sarà capace. Perché lei esiste solo attraverso lo sguardo di chi le sta intorno. 
"Monologo di una buona madre" racconta proprio questo senso di inadeguatezza e insicurezza della donna/madre, che non riesce a vivere tout court il suo essere madre e donna, senza sottostare alle aspettative, ai luoghi comuni, ai pregiudizi, alle regole dettate da un ruolo prestabilito.
Eppure ci sono tanti modi di essere madre e altrettanti per essere una buona madre. Quale madre non si è sentita, almeno una volta, inadeguata e insicura, pensando di non potere, o di non volere, corrispondere al modello di “buona madre”? E' possibile riscrivere quel ruolo, adeguandolo ad ognuna, ai suoi difetti, alle sue debolezze, ai suoi sogni, alla sua energia?

La complessità della maternità -

  "Monologo di una buona madre" indaga proprio quei sensi di colpa, gli errori, i dubbi e i fallimenti di chi scopre, a proprie spese, dolorosamente sulla propria pelle e sulla propria vita, la complessità della maternità.
Un corpo a corpo, di una donna con se stessa, una ‘buona madre’, una donna in carne ed ossa, posta lì in alto, da sola, alla ricerca di una irraggiungibile perfezione, nel tentativo ‘eroico’, quanto struggente, di fare di sé qualcuno, come dirà, "che non si può fare a meno di amare".

L'anelito verso la perfezione -

 Quel suo anelare alla perfezione, in fondo, è anche il nostro e diventa specchio della nostra continua ricerca di senso e di valore, ricordandoci quanto sia difficile, per tutti, svincolarsi dalla forza di modelli introiettati come ideali sin dalla più tenera età e giungere ad accettarsi, e magari anche amarsi, nella propria imperfezione, nella propria inesorabile e umanissima fallibilità.
La lotta per esserci, per essere, di questo personaggio, di questa maschera, di questa persona, il suo essere ‘uno nessuno e centomila’ ci riguarda tutti... da molto vicino. 
 

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"Prima le donne - Nuove storie" -

 "Dialogo di una buona madre" si inserisce nell'ambito della rassegna "Prima le donne - Nuove storie", che ha preso il via il 21 maggio al Teatro Elfo Puccini diretta da Francesco Frongia e che ogni anno individua un nucleo tematico e chiama a raccolta giovani compagnie e artisti indipendenti.
Il programma 2024 prende a prestito il titolo di un famoso libro di Elena Giannini Belotti, "Prima le donne e i bambini" (edito nel 1980) per sintetizzare il programma di questa edizione, ovvero una drammaturgia al femminile, capace di raccontare storie e personaggi in cui il tema del genere viene riletto per compiere quel piccolo salto per l’umanità, che tanto piccolo non è. Il teatro ha creato figure femminili immortali, donne come Antigone, Nora, Hedda Gabler, Porzia o Mirandolina, ma nessuno di questi ruoli è stato scritto da una donna.
Prima le donne quindi (con o senza bambini) non per essere salvate ma per riprendersi il palcoscenico e il mondo che spetta loro di diritto.

© Laila Pozzo

E così sul palco si sono già avvicendate Giada Baiamonte con "Totò e la sua radiolina" (21/25 maggio), storia di Gisella, che grazie all’incontro con Totò, trova la strada e la forza di emanciparsi e iniziare una nuova vita. E la stand up comedy di Cinzia Spanò "Esagerate!", (27/31 maggio), che dimostra quanto siano ancora esagerate le disparità e le discriminazioni e non le donne che le denunciano. 

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Fino al 7 giugno è in scena "Mi manca Van Gogh" di Francesca Astrei, mentre solo il 7 giugno si entra in profondità nella femminilità con "ApPuntiG" di Alessandra Faiella, Livia Grossi, Rita Pelusio, Francesca Sangalli, Lucia Vasini. Infine, "Inégalité, Olympe e la Rivoluzione negata" di Giulia Trivero (17/21 giugno): un tributo a Olympe de Gouges, che nel 1791 scriveva la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, in cui affermava l'uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna; qui, grazie a Ensemble Teatro, la storia diventerà il presente.