Gli scavi di Pompei hanno riportato alla luce un ambiente nell'area centrale della città antica, dipinto in blu e interpretabile come un sacrarium, ovvero uno spazio dedicato ad attività rituali e alla conservazione di oggetti sacri. La particolarità principale è proprio nelle pareti: il colore azzurro, infatti, era raramente testimoniato negli affreschi pompeiani e in genere era presente in ambienti di grande impegno decorativo.
La particolarità delle pareti blu -
Su sfondo blu, le pareti mostrano figure femminili che affiancano le nicchie presenti al centro, e che raffigurano, in quelle laterali le quattro stagioni, le Horae, mentre in quelle sulla parete centrale allegorie dell'agricoltura e della pastorizia, come indicano gli attributi dell'aratro e del pedum, un corto bastone usato da pastori e cacciatori.
Cosa c'era all'interno del sacrario blu di Pompei -
Già parzialmente esplorato in epoca borbonica, lo scavo ha restituito oggetti appartenenti all'arredo della casa, temporaneamente depositati in occasione dei lavori edilizi estesi a tutto il complesso. Nell'ambiente sono state ritrovate quindici anfore da trasporto e un corredo in bronzo composto da due brocche e due lucerne. Presenti anche accumuli di materiali edilizi, pronti per essere impiegati nelle ristrutturazioni. Sulla soglia d'ingresso è stato rinvenuto un mucchio di gusci di ostriche già consumate che, probabilmente, una volta tritati venivano aggiunti agli impasti per gli intonaci e le malte.
Scavi di Pompei, le ultime scoperte: il salone nero affrescato e il quartiere termale -
Il sacrario blu di Pompei, che misura circa 8mq, è emerso tra le strutture poste nella porzione meridionale dell'isolato, pertinenti a un quartiere secondario di una grande domus, che ha finora restituito un quartiere termale ancora in corso di scavo e un grande salone nero affrescato affacciato su un cortile, con scala di accesso al primo piano del complesso. L'attività di scavo che sta interessando l'insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l'area scavata e non, e di miglioramento dell'assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.