COMIZIO DI CHIUSURA PRIMA DELLE ELEZIONI

Europee, Meloni: "La sinistra dà alibi agli estremisti per l'odio politico" | A Schlein: "Non sono democratica? Non scappi e risponda"

Il presidente del Consiglio chiude la campagna elettorale nella "sua" Roma, in Piazza del Popolo: "Siamo dalla parte giusta della storia, trame e sgambetti contro di noi non ci fanno paura. Sarà un voto tra due Europe"

Giorgia Meloni chiude la campagna elettorale in vista delle Europee della prossima settimana in Piazza del Popolo, nella "sua" Roma. "La sinistra fornisce alibi agli estremisti per avvelenare le nostre democrazie con l'odio politico, e vi presentate come forze responsabili. È vergognoso che si usino questi temi per raggranellare qualche voto", afferma il presidente del Consiglio attaccando Elly Schlein e il candidato del socialista alla Commissione Ue Nicolas Schmit. Alla segretaria del Pd, il premier rivolge anche un messaggio diretto: "Qualche giorno fa Schmit ha detto che non sarei democratica. Chiedo pubblicamente a Schlein di dire se condivide o no queste parole. Ma non scappi anche stavolta". La segretaria Pd: "Da quando governa, Meloni cancella la libertà delle persone"

"La sinistra pensa al suo interesse" -

 Meloni dice poi che, in questa congiuntura internazionale, "con le contraddizioni che hanno in Italia, se la sinistra fosse stata al governo avrebbe rischiato di dichiararsi guerra da sola". E ancora: "La sinistra cerca di usare l'Europa per impedire al governo di realizzare il suo programma, sono abituati a utilizzare il soccorso esterno e chi se ne importa se ci rimette l'Italia. Per la sinistra, il suo personale destino vale più di tutti gli italiani. Si appellano senza pudore ai condizionamenti esterni ma non funziona  più". 

"Per il Pd c'è democrazia solo se governano loro" -

 Il premier continua a snocciolare le sue critiche dicendo che "è surreale che un partito che si definisce democratico poi ci dice che dovremo passare sui loro corpi per fare una riforma che rafforza la democrazia: abbiamo capire che per il Pd è democrazia solo se c'è quel partito che comanda, ma è un'altra cosa". 

Visite mediche anche sabato e domenica -

 "Nei prossimi giorni - annuncia Giorgia Meloni - faremo un altro provvedimento per costruire un meccanismo nazionale di monitoraggio delle liste d'attesa, che non esiste. Vuol dire avere possibilità di intervenire in maniera puntuale. E ci saranno soluzioni per effettuare visite e prestazioni sanitarie, che si faranno anche sabato e domenica, abolire il tetto di spesa per l'assunzione dei medici, coinvolgere più gli specializzandi, sanzionare i dirigenti sanitari che non dovessero rispettare gli obiettivi di riduzione delle liste d'attesa, premiandoli se invece lo fanno". 

"Trame e sgambetti contro di noi, ma non abbiamo paura" -

 "Abbiamo scritto la storia, chiudendo una lunga stagione di governi tecnici e maggioranze arcobaleno, formando un governo legittimato dal voto popolare con una maggioranza ampia e coesa - afferma  poi il premier -. Abbiamo usato legittimità e stabilità non per noi ma per gli italiani cominciando, mattone dopo mattone, a riformare il Paese: noi non stiamo al governo per pensare a come rimanerci, nel palazzo per sopravviverci. Vogliamo lasciare la nazione in condizioni migliori di come l'abbiamo trovata, costi quel che costi. E costerà perché ci saranno lavoro, sgambetti, trame nell'ombra, perché le forze della conservazione, dello status quo, che hanno bivaccato sulla pelle degli italiani faranno di tutto per impedircelo. Non importa perché siamo dalla parte giusta della storia e chi è dalla parte giusta non deve mai avere paura". 

"Un voto tra due Europe" -

 Meloni fa poi il suo appello ad andare alle urne e dichiara: "Dobbiamo spiegare agli italiani quanto sia decisivo questo voto, per troppo tempo non abbiamo dato il giusto peso a questo voto e lo abbiamo pagato, che ci piaccia o no. Un'Europa diversa dipende da voi. Mentre noi difendiamo l'Europa come civiltà da sempre, loro l'hanno adottata dopo il crollo dell'Unione sovietica e siccome sono nostalgici vorrebbero trasformarla in un surrogato del dirigismo sovietico. Le Europee saranno un referendum tra due visioni opposte: un'Europa ideologica, centralista, nichilista, sempre più tecnocratica. E la nostra Europa, coraggiosa, fiera, che non dimentica le sue radici perché definiscono chi siamo, ci aiutano a orientarci nel buio delle paura". 

"Viva l'Europa delle Nazioni" -

 Il premier chiude il suo discorso con questa esortazione: "Viva l'Italia, viva Fratelli d'Italia, viva l'Europa delle Nazioni". E dopo aver cantato l'inno nazionale sul palco con molti esponenti di FdI, lascia il palco salendo sull'auto di scorta. 

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