sparito il cellulare

Padova, giù dal cavalcavia: Giada temeva ricatti a sfondo sessuale dal compagno

Spunta la pista dei video intimi della coppia, che Andrea Favero potrebbe aver pubblicato sul web

Si continua a indagare sulla morte di Giada Zanola, lanciata dal compagno dal cavalcavia sull'A4. Il cadavere della donna è martoriato e risulta difficile stabilire anche l’ora esatta del decesso. Per capire se nella notte tra martedì e mercoledì fosse vigile, e non sotto l’effetto di qualche sostanza, si dovrà dunque attendere l’esame tossicologico, il cui esito si conoscerà tra circa un mese. Spunta intanto la pista dei video intimi della coppia, che Andrea Favero potrebbe aver pubblicato sul web.

Pur non convalidando il fermo, perché non si ritiene ci sia un pericolo di fuga, il gip ha comunque considerato solido l’impianto del pm e ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per l'uomo. Restano dunque i gravi indizi a suo carico. Avvalorati anche dalle parole della vittima, che, riporta il Corriere della Sera, aveva confidato a più persone di temere per la propria vita e di ritenere che lui la potesse drogare.

Non era questa l’unica preoccupazione della 33enne, che aveva chiaramente manifestato l’intenzione di troncare la relazione con il compagno. Giada Zanola temeva di poter restare vittima di ricatti a sfondo sessuale. Dal decreto di fermo emerge che aveva confidato a un’amica e al nuovo compagno di essere preoccupata che lui avesse realizzato dei video mentre erano in intimità per poi ricattarla diffondendoli sul web.

Per questo la polizia postale è stata già incaricata di verificare se su telefoni o pc ci siano tracce di file che confermerebbero la preoccupazione della vittima. Ma il cellulare di Giada non si trova. Né sul luogo del decesso né in casa.

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