Lo Sbarco in Normandia ha segnato uno spartiacque nella storia americana. Da quel momento, gli Usa non sono più tornati indietro dalle sponde europee, dando vita a una nuova era di dominio e globalizzazione che resiste ancora oggi. Un momento così importante del "secolo americano" non poteva non diventare parte dell'epica nazionale, attraverso la quale Washington si racconta faro della libertà e della democrazia contro le dittature e le ingiustizie. E l'epica, si sa, negli Stati Uniti diventa cinema. Nonostante però l'Operazione Overlord sia una delle pagine centrali dalla storiografia statunitense, in 80 anni non sono stati tanti i registi che si sono cimentati col racconto cinematografico del D-Day. I film sulla Seconda Guerra Mondiale spesso hanno privilegiato altri fronti, come l'Africa o il Giappone. E la successiva Guerra del Vietnam ha di fatto monopolizzato per diversi anni l'attenzione dei registi.
I relativamente pochi film sullo Sbarco in Normandia sono però di una qualità e di un pathos rari, raggiunti nel tentativo di restituire l'atmosfera di quei giorni del 1944. I più famosi sono senza dubbio "The longest day (Il giorno più lungo)", capolavoro degli Anni Sessanta che portò a casa due premi Oscar, e il crudo e magnifico "Salvate il soldato Ryan", diretto nel 1998 da Steven Spielgberg e altrettanto vincente. Senza dimenticare le pellicole dedicate anche da registi non americani, come l'italo-spagnolo "Giugno '44 - Sbarcheremo in Normandia" (1968) e l'inglese "Operazione Overlord" (1975).
Operazione Normandia
(D-Day, the Sixth of June)
Anno: 1956
Durata: 106'
Genere: guerra, drammatico
Regia: Henry Koster
Attori: Robert Taylor, Richard Todd, Dana Wynter, Parley Baer, John Williams, Robert Gist, Edmond O'Brien, Alex Finlayson, Virginia Carroll, Jerry Paris, Ross Elliott, Richard Aherne, Rama Bai, Marie Brown, Richard Wyler
Uno dei primissimi grandi film dedicati al D-Day, come suggerisce il celebrativo titolo originale, "Operazione Normandia" mescola racconto di guerra e storia d'amore. Sullo sfondo c'è la rivalità tra il capitano americano Brad Parker e il colonnello britannico John Wynter, che amano la stessa donna ma che devono scendere in guerra dalla stessa parte, in prima linea nella grande battaglia del D-Day. Prima del sentimento personale viene dunque quello nazionale, rappresentato come più alto e nobile, per portare gli alleati alla vittoria finale e l'Europa alla libertà. Il 6 Giugno diventa così anche il giorno del sacrificio per il bene comune: soltanto uno dei due ufficiali potrà infatti riabbracciare la donna amata da entrambi.
Questo film è considerato un po' l'antesignano di quelli che oggi chiameremmo "strappa-lacrime". Secondo il Dizionario dei Film Morandini, "Operazione Normandia" contribuì infatti "in modo ragguardevole all'incremento dell'industria dei fazzoletti".
Il giorno più lungo
(The longest day)
Anno: 1962
Durata: 180'
Genere: guerra
Regia: Ken Annakin, Gerd Oswald, Bernhard Wicki, Andrew Marton, Darryl F. Zanuck
Attori: John Wayne, Robert Mitchum, Henry Fonda, Robert Ryan, Richard Todd, Rod Steiger, Richard Burton, Sean Connery
Tratto dall'omonimo libro di Cornelius Ryan, "Il giorno più lungo" è uno dei film più celebri dedicati al D-day. Vengono raccontate le varie fasi dello sbarco alleato, con particolare riferimento all'occupazione di Sainte-Mère-Eglise a opera di un gruppo di paracadutisti. Con al centro l'immagine forse più simbolica e terribile dell'operazione: la difficile avanzata sulla spiaggia di Omaha e Utah, fino all'impossibile scalata della scogliera di Pointe du Hoc. Tappe fondamentali allo sviluppo della strategia bellica alleata, che portarono allo sfondamento del vallo Atlantico e segnarono l'inizio definitivo della disfatta nazista.
Il film è stato molto apprezzato da pubblico e critica, aggiudicandosi due premi Oscar: per la Miglior fotografia e per i Migliori effetti speciali visivi. Il realismo delle scene è stato però additato da molti come "esasperato", al limite del documentario e di una retorica troppo pomposa. Nel cast figura anche un giovane Sean Connery.
Tempo di guerra, tempo d'amore
(The Americanization of Emily)
Anno: 1964
Durata: 128'
Genere: drammatico, sentimentale
Regia: Arthur Hiller
Attori: James Garner, Julie Andrews, Melvyn Douglas, James Coburn, Joyce Grenfell, Edward Binns, Liz Fraser, Keenan Wynn, William Windom, Edmond Ryan, Douglas Henderson, Paul Newlan, Gary Cockrell
Senza dubbio un film "minore" nel panorama del racconto cinematografico del D-Day, ma molto interessante e riuscito. Non solo per il grande cast, che annovera tra gli altri anche la celeberrima Julie Andrews di "Mary Poppins", ma per il "concetto" che emerge dal titolo originale: "The Americanization of Emily", letteralmente l'americanizzazione di Emily. La protagonista è infatti una vedova di guerra inglese che, alla vigilia dello Sbarco in Normandia, s'innamora di un ufficiale americano imboscato e fannullone. Un "codardo" che però sarà scelto come uno dei primi da sbarcare a Omaha Beach dove, per sbaglio, viene dichiarato morto da eroe.
L'americanizzazione accennata nel titolo altro non è che il simbolo della tattica di assimilazione con cui gli Usa hanno iniziato a rendere statunitensi gli stranieri che si sono trasferiti su suolo americano. Una pratica tipica degli imperi, ancora oggi, che mira ad aumentare la demografia militare e che si differenzia dalla cosiddetta integrazione. Sebbene Emily Barham non metta mai piede oltreoceano, la condivisione dei valori e dei sentimenti col soldato James Garner rappresenta la redenzione per la donna, metonimia dell'Europa intera.
Operazione Overlord
(Overlord)
Anno: 1975
Durata: 83'
Genere: guerra, drammatico
Regia: Stuart Cooper
Attori: Brian Stirner, David Harries, Julies Neesam, Nicholas Ball, Sam Sewell, Stella Tanner, John Franklyn-Robbins
Dalla prospettiva americana si passa a quella inglese. Inizialmente il regista Stuart Cooper voleva girare un documentario sul D-Day, ma poi una visione lo folgorò: durante le sue ricerche presso l'Imperial War Museum, rimase talmente colpito che decise di realizzare un film di finzione che seguisse le vicende di un ragazzo qualunque, dalla chiamata alle armi alla morte per la patria. La narrazione segue dunque la storia di un giovane soldato inglese, i cui incubi premonitori si materializzeranno sulla spiaggia francese di Sword Beach, in un bianco e nero che esalta il pathos del racconto. Una scelta che valse alla pellicola l'Orso d'Argento, il Premio Speciale della Giuria, al 25esimo Festival di Berlino.
La vocazione documentaristica di Cooper è stata rispettata: circa metà delle riprese è materiale d'archivio, girato in missioni di addestramento britannico e durante l'invasione stessa. Per valorizzare il racconto fedele degli avvenimenti, Cooper e il suo direttore della fotografia John Alcott si sforzarono di restituire un aspetto visivo coerente, utilizzando vecchia pellicola Kodak e lenti originali tedesche degli Anni Trenta. La sceneggiatura si è inoltre basata su diari privati di soldati che parteciparono alle operazioni militari.
Il grande Uno Rosso
(The big red one)
Anno: 1980
Durata: 111'
Genere: guerra, azione, drammatico
Regia: Samuel Fuller
Attori: Lee Marvin, Mark Hamill, Robert Corradine, bobby Di Cicco, Kelly Ward
Il film, in realtà, non è il racconto diretto dello sbarco in Normandia, ma quello di un sergente americano e della prima divisione "Il grande Uno Rosso", di cui fa parte, diventata leggendaria per il coraggio dei suoi componenti. Il sergente percorre tutte le grandi tappe della Seconda Guerra Mondiale, dalla Tunisia alla Sicilia e soprattutto dal Belgio e dallo sbarco in Normandia. E, mentre le reclute muoiono come mosche, il protagonista e altri quattro veterani attraversano l'Europa, fino a giungere nei campi di sterminio cecoslovacchi. Qui, a guerra finita, il sergente, come gli era capitato di fare al termine della Grande Guerra, spara a un soldato tedesco. Stavolta, però, farà di tutto per salvarlo.
Dramma e storia si mescolano in un film di guerra misurato ma avvincente, che rende chiaramente l'idea alla base del conflitto: uccidere o essere uccisi. Il regista Fuller è stato un veterano della Seconda Guerra Mondiale e il sergente, interpretato da Lee Marvin, in qualche modo è il suo alter ego, a sua volta un ex combattente. Da segnalare la presenza di due attori che in seguito diventeranno celeberrimi: Robert Carradine, il futuro Bill del tarantiniano "Kill Bill", e Mark Hamill, il Luke Skywalker della saga di "Guerre stellari".
Salvate il soldato Ryan
(Saving private Ryan)
Anno: 1998
Durata: 163'
Genere: drammatico, guerra
Regia: Steven Spielberg
Attori: Tom Hanks, Matt Damon, Tom Sizemore, Edward Burns, Ted Danson, Jeremy Davies, Vin Diesel
Arriviamo al film forse più visto sul 6 giugno 1944. L'esercito americano si prepara a sbarcare su Omaha Beach, per combattere il nemico nazista sul suo stesso territorio. Il capitano Miller (Tom Hanks) osserva la costa e sa che questa è la più grande prova a cui sia mai stato sottoposto. La mezz'ora che segue è un bagno di sangue. Alla fine le truppe alleate riescono a conquistare la spiaggia, ma al capitano viene affidata una missione ancora più pericolosa: formare un drappello di soldati per salvare Ryan, ultimo superstite di quattro fratelli mandati al fronte. La missione dietro le linee nemiche sarà difficile, sia per la resistenza dei tedeschi sia per la sfiducia che si insinua negli stessi commilitoni, stanchi di combattere e di rischiare otto vite per salvarne una sola.
Steven Spielberg con "Salvate il soldato Ryan" si scrolla di dosso la scomoda etichetta di regista di pop-corn movies, confermandosi capace di coniugare lo spettacolo con il racconto della Storia. Tanto che molti critici hanno definito il suo come "il grande film che mancava sulla Seconda Guerra Mondiale". Ma la sua pellicola è anche un pugno nello stomaco. La prima mezz'ora, in pratica, è la fedele cronaca di un massacro, tanto che in Paesi come Usa e Italia la visione del film venne vietata. E tanto che lo stesso regista dichiarò di non averlo voluto mostrare ai propri figli. In "Salvate il soldato Ryan" non ci sono eroi, ma solo uomini pronti a morire in una guerra che, alla fine, produce solo vittime, non sempre innocenti. Il successo del film fu confermato da tre premi Oscar (Miglior sonoro, Miglior montaggio, Migliori effetti sonori) e dalla candidatura ad altri 6 (Miglior film, sceneggiatura, attore protagonista, scenografia, makeup, colonna sonora).
Band of Brothers
Anno: 2000
Durata: 10 episodi
Regia: Richard Loncraine, Mikael Saloman, Tom Hanks, David Leland, david Frankel, Tony To
Attori: Damian Lewis, Ron Linvingston, David Schwimmer, Kirk Acevedo, Neal Mcdonough, Frank John Hughes, Donnie Wahlberg, Scott Grimes, Marc Warren, Richard Speight, James Madio, Michael Cudlitz, Matthew Settle, Matthew leitch, Rich Warden, jimmy Fallon, Colin Hanks
Anche il piccolo schermo è stato testimone di grandi produzioni dedicate al D-Day. Nata da una costola di "Salvate il soldato Ryan", "Band of Brothers" è una miniserie televisiva in 10 puntate, andata in onda in Italia nel 2003 su Rete 4 e che presto verrà replicata, grazie al grande successo di pubblico. La storia narra di una compagnia della 101esima divisione di paracadutisti americani che, durante lo Sbarco in Normandia, viene lanciata dietro le linee nemiche per preparare l'offensiva dal mare. La Banda dei Fratelli, così si autodefinisce la compagnia, dovrà sopravvivere in terra nemica sola e senza punti di riferimento precisi.
Fortemente voluta da Spielberg e da Tom Hanks, "Band of Brothers" si dimostra un'opera a metà tra Storia e finzione, esattamente come il film da cui prende spunto. Ancora una volta non c'è spettacolarizzazione nelle azioni dei soldati, ma solo la terribile realtà della guerra. A differenza di "Salvate il soldato Ryan", però, le azioni più cruente sono più suggerite che mostrate direttamente.
Churchill
Anno: 2017
Durata: 98'
Genere: guerra, biografico, drammatico, storico
Regia: Jonathan Teplitzky
Attori: Brian Cox, Miranda Richardson, John Slattery, Julian Wadham, Richard Durden, Ella Purnell, Danny Webb, Jonathan Aris, George Anton, Steven Cree, James Purefoy
"Churchill" è un altro film inglese, imperniato sulla prospettiva di un grandissimo protagonista dell'operazione e del Novecento: il primo ministro britannico Winston Churchill. Nelle 24 ore che precedono il D-Day, Churchill rischia di mettere a repentaglio i preparativi a causa dell'incontenibile paura di mandare tutti incontro a un massacro e l'Europa verso un futuro di dittatura nazista. Negli occhi del premier si rifanno vive e terribili le conseguenze del massacro di massa del 1915 sulle spiagge di Gallipoli, durante la Prima Guerra Mondiale. Il suo timore maggiore è quello di essere ricordato come l'architetto della carneficina. Nonostante la spinta degli oppositori e dello stesso Re Giorgio VI, Churchill vorrebbe tirarsi indietro ma solo l'intervento della brillante moglie Clementine riesce a evitare il peggio.
I documentari sul D-Day -
Oltre alle opere di finzione, lo Sbarco in Normandia è stato oggetto anche di grandi lungometraggi documentari.
D-day, Normandia 1944 3D
Anno: 2014
Regia: Pascal Vuong
Genere: documentario
Attori: Tom Brokaw (narratore)
Nel 2014, in occasione del 70esimo anniversario, dalla Francia arriva la prima grande ricostruzione cinematografica in 3D dello sbarco alleato. Allo spettatore viene offerta una nuova prospettiva degli avvenimenti del "giorno più lungo". Mischiando molteplici tecniche cinematografiche, che vanno dalle animazioni alla computer grafica passando per riprese tradizionali, l'opera di Pascal Vuong punta a essere la ricostruzione definitiva di quell'avvenimento, dedicata a un pubblico di tutte le età. Le immagini analizzano strategie e tecniche militari, senza che vengano trascurati le storie degli uomini coinvolti. Un omaggio dichiarato a chi diede la vita per la libertà.
D-Day - Lo sbarco in Normandia. Noi italiani c'eravamo
Anno: 2009
Regia: Mauro Vittorio Quattrina
Genere: documentario
Per ultimo, un titolo tutto italiano. Una panoramica inedita e decisiva sulla presenza dei nostri connazionali in Normandia prima e dopo lo sbarco. Il documentario di Quattrina unisce preziose testimonianze mai mostrate prima, che ci restituiscono uno scenario che va oltre il solo campo di battaglia. Il racconto storico parte da lontano: dalle piccole aziende italiane, soprattutto a carattere familiare, che si insediarono in Normandia subito dopo la Grande Guerra e che iniziarono la costruzione di case di vacanza sulla costa e di importanti strutture. Fra questi figura anche il casinò di Ouistreham Riva-Bella, costruito dalla ditta veneta Rizzotto e citato anche nel film "Il giorno più lungo". Questi italiani e i loro figli, rimasti in Normandia, vissero poi il D-Day in prima persona.
Il film ripercorre anche un altro filone cruciale per noi italiani: i prigionieri di guerra che, dopo l'Armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943, furono costretti a lavorare per i nazisti. Moltissimi di loro, specialmente quelli del Battaglione Trento, finirono sulle coste francesi a costruire bunker e trincee, a riparare i danni dei bombardamenti e a rimettere in sesto gli aeroporti tedeschi. Molti altri furono schierati come soldati, nella Wehrmacht e nella Luftwaffe, e furono impiegati fino alla fine della guerra.
Anche Walter Chiari partecipò al D-Day, ma "dall'altra parte" -
Dalla testimonianza del tenente italiano Danilo Bregliano al regista Quattrina emerge una storia incredibile, fino a qualche tempo fa poco conosciuta. Fra i soldati italiani arruolati nelle fila nazista, ci fu anche il celeberrimo Walter Chiari, finito sui registri col suo vero nome: Walter Michele Armando Annicchiarico. Dopo l'8 settembre 1943, il futuro attore si arruolò della X Mas della Repubblica Sociale Italiana di Salò, distinguendosi subito per la "battuta pronta" e la "barzelletta facile".
Prima della già nota prigionia alla fine della guerra nel "Fascist criminal camp" di Coltano (Pisa), Walter Chiari fu però trasferito nella squadra antiaerea tedesca della Wermacht impegnata in Normandia. Il tenente intervistato racconta di come Annichiarico gli abbia chiesto espressamente di poter combattere accanto ai tedeschi. Un episodio emerso soltanto col documentario di Quattrina, che si aggiunge al già noto passato repubblichino che creò non pochi ostacoli a Walter Chiari nella sua carriera. Assieme a Ugo Tognazzi, tra l'altro, Chiari aveva condotto programmi dai microfoni di "Radiofante", emittente milanese per le truppe della Rsi.
Stando al racconto di Bregliano, Chiari si unì al suo battaglione nel 1944 a Thionville, al confine tra la Francia e il Belgio. Era un soldato semplice, fresco reduce dall'addestramento a Francoforte sul Meno. "Al crollo del fronte del Reno, nel febbraio 1945, abbiamo passato la frontiera svizzera attraverso i boschi, evitando l'internamento e raggiungendo Neuchâtel, poi Basilea, dove una famiglia italo-svizzera, di amici di mio padre, ci ha aiutato a rientrare in Italia", ha raccontato il tenente in un'intervista a Il Giornale. "Qui ci siamo presentati come reduci dai campi di prigionia tedeschi per i militari italiani non aderenti alla Repubblica Sociale. I partigiani l'hanno creduto e ognuno di noi è tornato nella sua città. Chiari a Verona, dunque. Ho sentito dire che lui sarebbe stato prigioniero a Coltano, presso Pisa. Ma non me ne ha parlato quando ci siamo rivisti, cioè dal 1948 in poi fino alla morte. Dopo i suoi spettacoli a Sanremo, facevamo bisboccia". Per quanto riguarda la partecipazione ai combattimenti, Bregliano ha affermato: "Col nostro cannone da 88, usato anche in funzione anticarro, e la mitragliatrice da 40 sparavamo agli aerei, ma anche a partigiani e americani. Durante l'offensiva nelle Ardenne arrivammo a Compiègne, a 70 chilometri da Parigi! L'ho raccontato nelle mie memorie, diffuse solo fra amici. Promisi a Walter di non citarlo, così del suo nome ho messo solo le iniziali. Ma lui è morto da tanto e ormai era vano tenere il segreto".
Dopo il D-Day, Chiari fu portato (ferito) nel già citato campo prigionieri americano di Coltano. L'elenco dei prigionieri che condivisero questa sua esperienza rasenta l'incredibile: Raimondo Vianello, Dario Fo ed Enrico Maria Salerno. Diverso il caso del regista Luciano Salce, erroneamente accostato alla Rsi ma in realtà un IMI (Internati Militari Italiani), prigioniero in Germania per due anni. Con le forze alleate, invece, combatterono anche J. D. Salinger, che in seguito diventerà autore de "Il giovane Holden", e Theodore Roosevelt Jr., figlio del presidente americano, che morì di infarto poco più di un mese dopo lo sbarco.