Cosa succede quando ci si avvicina ai buchi neri? Attraggono la materia ma non la divorano, lasciandola ruotare all'esterno in un vortice di frammenti. Nonostante la loro gravità eserciti una fortissima attrazione sulla materia, questa non riesce a entrare perché, al loro interno, il tempo (così come lo rappresentiamo) non esiste. La nuova immagine di questi misteriosi oggetti cosmici emerge da una ricerca italiana pubblicata sulla rivista Physical Review D.
I risultati dello studio -
"Nella teoria della relatività generale esiste il problema delle singolarità. Buchi neri e Big Bang sono situazioni estreme in cui si perde la cognizione della fisica come la conosciamo e, con essa, la concezione del tempo come parametro che descrive normalmente passato, presente e futuro". Questo "è un cruccio da decenni, a cominciare da Einstein", dice Salvatore Capozziello dell’Università Federico II di Napoli.
Per studiare che cosa succede quando ci si avvicina a un buco nero i ricercatori Capozziello ed Emmanuele Battista dell’Università Federico II di Napoli e Silvia De Bianchi dell'Università Statale di Milano hanno utilizzato, alla luce della teoria di Einstein, le stesse coordinate fisiche con cui si studiano le onde gravitazionali.
"Ci siamo accorti che quando si cade verso un buco nero la velocità si riduce a zero, la curvatura diventa finita ed è impossibile entrare in esso", spiega Capozziello.
Si verifica il fenomeno che i tre fisici, in particolare De Bianchi, chiamano "atemporalità'': "se oltre l'orizzonte degli eventi il tempo diventa immaginario, non è più possibile trattare il buco nero come un sistema dinamico e non è possibile, per un qualsiasi oggetto fisico, entrare in esso", osserva Capozziello. Di conseguenza la materia, pur se attratta dalla gravità del buco nero, non riesce a entrare al suo interno e finisce per accumularsi intorno a esso.
Cosa sono i buchi neri? -
I buchi neri sono aree con una gravità così intensa che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno, nemmeno la luce. Possono formarsi alla morte di alcune stelle. Esaurito il carburante la stella collassa su se stessa. Tutto il materiale collassante produce una fortissima esplosione. Ciò che rimane si concentra in un punto infinitamente piccolo di massimo calore e pressione. Al massimo della concentrazione niente può più fuggire, nemmeno la luce.