IN TERZA MEDIA

Treviso, due studenti musulmani esentati dalle lezioni su Dante e Divina Commedia | I genitori: "Offende l'Islam" | Valditara: "Disposta un'ispezione"

L'iniziativa è nata dallo scrupolo di un professore di scuola media. Nell'affrontare lo studio del capolavoro della letteratura italiana, ha scritto alle famiglie (i cui figli sono già esentati dall'ora di religione) per chiedere il consenso a trattare l'opera dantesca

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Due studenti di religione musulmana di una scuola media di Treviso sono stati esentati dal seguire le lezioni sulla "Divina Commedia" di Dante Alighieri, definita "un'opera a sfondo religioso" in contrasto con la fede dei due ragazzi. L'iniziativa è nata dallo scrupolo di un professore che, nell'affrontare lo studio del capolavoro della letteratura italiana, ha scritto alle famiglie i cui figli sono già esentati dall'ora di religione per chiedere il consenso a trattare l'opera dantesca. Di risposta, i genitori degli studenti musulmani hanno chiesto che i figli fossero esonerati da studio, compiti in classe e interrogazioni su Dante. Perché l'opera, a loro dire, "offende l'Islam". Il ministero ha disposto un'ispezione.

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Per i due alunni l'insegnante ha organizzato un programma parallelo alternativo, dedicato a Boccaccio. Non è il primo caso in cui, anche a scuola, Dante entra in collisione con l'Islam. I versi dedicati dal poeta medievale a Maometto, citato nel 28esimo Canto e collocato nella Nona Bolgia dell'Ottavo Cerchio dell'Inferno, erano costati alla "Commedia" la censura in alcuni Paesi islamici.

"No" a Dante e Divina Commedia: il precedente -

 A marzo 2012 Gherush92, un'organizzazione non governativa per i diritti umani, aveva chiesto, assieme ad alcuni membri del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, di abolire la "Divina Commedia" dai progetti scolastici proprio per le frasi offensive contro la religione musulmana.

Valditara: "Disposta un'ispezione nella scuola" -

 Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato un'ispezione "per verificare come stanno effettivamente i fatti, perché oggettivamente un'esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra letteratura per motivi religiosi o culturali - ancora non abbiamo ben capito - è del tutto inammissibile". L'iniziativa è stata poi definita "deminziale" dal vicepremier Matteo Salvini.

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