GUERRA DIGITALE

D-Day, ottant'anni dopo: i migliori videogiochi per rivivere lo Sbarco in Normandia

Da Medal of Honor: Armed Assault a Call of Duty: WW2, sono molti i videogiochi che hanno ricreato l'inizio dell'Operazione Overlord da molteplici punti di vista

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Tra i momenti storici affrontati dai videogiochi di guerra e trasformati in esperienze interattive, il D-Day è probabilmente uno dei più popolari in assoluto. Le vicende di quel tragico 6 giugno 1944 hanno spesso fatto da apripista a numerose campagne incentrate sul secondo conflitto mondiale, raccontandone gli orrori in modo sempre più realistico attraverso sparatutto, strategici o simulatori per PC e console.

Sono decine infatti le opere che, nel corso degli anni, sono state in grado di trasformare il tragico Sbarco in Normandia in missioni da vivere in prima linea, cercando di catturarne le emozioni, le paure e le atrocità fino a narrare in modo sempre più verosimile l'invasione dell'Europa da parte degli Alleati, nel tentativo di fare breccia nell'imponente "Fortezza Europa" e liberare il vecchio continente dalla morsa nazista.

In occasione dell'80esimo Anniversario del D-Day, Tgcom24 e Mastergame hanno riunito i migliori videogiochi che permettono di "scoprire" lo Sbarco in Normandia da molteplici prospettive. Produzioni di stampo cinematografico che rievocano le ultime miglia in mare e il momento in cui le forze Alleate si sono gettate sulla sabbia delle coste settentrionali francesi, omaggiando film del calibro di "Salvate il soldato Ryan", oppure strategici che permettono di preparare nei particolari la missione che avrebbe dato la proverbiale svolta alla seconda guerra mondiale.

GLI ALBORI -

Tra i tanti videogiochi che rappresentano il D-Day, uno dei più amati resta ancora oggi Medal of Honor: Allied Assault (2002). Sviluppato da "2015, Inc." sotto l'egida di Electronic Arts, la campagna si articola attraverso sei missioni (partendo dalle coste del Nord Africa fino all'offensiva delle Ardenne) mettendoci nei panni di Mike Powell, tenente delle forze Office of Strategic Services americane. Un gioco che ha saputo ricreare in modo davvero efficace, per i mezzi dell'epoca, lo strazio dell'attesa durante la navigazione verso le coste francesi, l'incertezza dello sbarco, la tensione di ogni singolo passo sulla sabbia tra mine antiuomo e Cavalli di Frisia, anche grazie all'intensa colonna sonora affidata al celebre compositore Michael Giacchino.

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Per i mezzi dell'epoca, Medal of Honor: Allied Assault ha saputo davvero ricreare la tensione dello sbarco e gli orrori di quel conflitto.

In quegli anni, qualsiasi sparatutto cercava di sfruttare l'appeal della guerra per vendere migliaia di copie in tutto il mondo: dopo Allied Assault, lo stesso anno la serie Medal of Honor si "sdoppia" per offrire un'altra interpretazione con Medal of Honor: Frontline (2002), questa volta per PlayStation 2. La prospettiva si concentra sulle vicende del tenente statunitense Jimmy Patterson, incaricato di intraprendere missioni di spionaggio e sabotaggio in Europa, e parte proprio dall'indimenticabile sbarco a Omaha Beach, proponendo qualche variazione sul tema rispetto a quanto mostrato pochi mesi prima dall'illustre predecessore.

Passa un anno ed ecco che la seconda guerra mondiale e il D-Day tornano nei videogiochi: Battlefield 1942 (2003), primo capitolo della leggendaria serie di sparatutto creata dagli svedesi di DICE, ci porta a vivere il conflitto da entrambe le prospettive, invitandoci a partecipare a intense sfide multigiocatore dalla parte degli Alleati (scegliendo tra esercito americano, inglese o russo) o dell'Asse (tedesco e giapponese). La mappa multiplayer ambientata a Omaha Beach permette di analizzare maggiormente i vantaggi che le forze a difesa della costa potevano vantare sugli invasori mentre la battaglia si consuma in ogni angolo.

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Nel 2003, Call of Duty ci mette nei panni di un paracadutista statunitense della celeberrima 101esima divisione aviotrasportata: lo scopo è di cogliere di sorpresa gli avversari con un suggestivo attacco alle spalle per favorire lo Sbarco in Normandia.

Lo stesso anno, alcuni ex-membri del team che hanno dato i natali a Medal of Honor fondano un nuovo studio alle dipendenze di Activision, Infinity Ward. Nasce così la celebre saga di Call of Duty (2003), che sceglie di raccontare la seconda guerra mondiale dal punto di vista di un paracadutista statunitense della celeberrima 101esima divisione aviotrasportata: lo scopo, infatti, è quello di agevolare il compito delle forze impegnate nell'invasione via mare, cercando di cogliere di sorpresa gli avversari con un suggestivo attacco alle spalle che viene qui proposto con un taglio squisitamente cinematografico, sempre prendendo in considerazione quelli che erano i mezzi dell'epoca.

QUESTIONE DI PROSPETTIVE (E DI GENERI) -

Non ci sono soltanto sparatutto, ma anche strategici a cercare di raccontare gli orrori bellici: tocca quindi a D-Day (2004), arrivato nel 60esimo anniversario dallo Sbarco in Normandia, cercare di offrire ai giocatori tutti i mezzi per ricreare la minuziosa fase di preparazione che ha dato vita a quell'operazione, con battaglie in tempo reale che si svolgono prendendo il controllo di decine di unità differenti. Sempre in termini di strategici, Codename Panzers (2004) prova a offrire l'ennesimo punto di vista alternativo e offre al giocatore un compito: assicurarsi che l'Operazione Overlord abbia successo tramite un attacco alle retrovie tedesche sfruttando decine di carri armati.

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Sfruttando il progresso tecnologico, Call of Duty 2 ha ricreato nuovamente il D-Day mettendo in scena anche la battaglia di Pointe du Hoc, in una suggestiva scalata verso le alture a ovest della spiaggia in cui si erano rintanate le forze tedesche.

Se lo sbarco a Omaha Beach è giustamente uno dei momenti più noti ed emblematici del D-Day, non è da meno la sequenza scelta da Infinity Ward per il suo Call of Duty 2 (2005), che mettendoci alla guida del Secondo Battaglione Ranger ci porta nel cuore della battaglia di Pointe du Hoc, in una suggestiva scalata verso le alture a ovest della spiaggia in cui le forze tedesche si erano rintanate per attaccare dall'alto e sfruttare la posizione di vantaggio. Nella campagna, si vedono i soldati americani (incitati dalla voce dell'allora generale Dwight Eisenhower, futuro presidente degli Stati Uniti) impegnati in una portentosa conquista delle scogliere francesi, in una versione un po' "addolcita" rispetto al bottino (ben più impietoso, per le forze Alleate) del vero conflitto, ma non per questo meno efficace.

Tocca a Gearbox Software e Ubisoft, con Brothers in Arms: Road to Hill 30 (2005), cercare di raccontare in modo più "reale" ed emozionante le gesta eroiche delle truppe impegnate in Normandia, provando a enfatizzare lo spirito di fratellanza dei protagonisti mettendoci nei panni di Matthew Baker, paracadutista della 101esima divisione aviotrasportata e caposquadra di un plotone di tredici soldati che considera la sua famiglia. Una campagna a dir poco epica che è caratterizzata da un'atmosfera cupa e solenne, scene capaci di lasciare col fiato sospeso e fasi più intime, impreziosite dalle parole e dai tormenti del protagonista allo scopo di sottolineare le pressioni dei soldati impegnati in una missione tanto difficile quanto delicata.

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Road to Hill 30, uno dei capitoli più amati di Brothers in Arms, ci mette nei panni di un paracadutista della 101esima divisione aviotrasportata e caposquadra di un plotone di tredici soldati che considera la sua famiglia, in una missione senza via di uscita.

Un anno più tardi, lo stesso progetto viene riproposto come Brothers in Arms: D-Day (2006), una versione per la prima console "tascabile" di Sony, PSP: una versione che non riesce a offrire un gameplay altrettanto efficace come quello dell'edizione domestica, in primis per le limitazioni hardware della stessa portatile (che, all'epoca, arrivò sul mercato con una sola levetta analogica, rendendo poco pratico l'orientamento della visuale in fase di spostamento e mira), ma che prova comunque a trasferire le emozioni di una storia di grande impatto da vivere sostanzialmente ovunque.

Il bello dei videogiochi è la capacità di esplorare momenti alternativi della Storia, e in tal senso il simulatore di volo Blazing Angels: Squadrons of WWII (2006) cerca di riscrivere lo Sbarco in Normandia con uno scenario avvincente in cui il giocatore è chiamato a guidare le forze aeree degli Alleati, nel tentativo di bombardare le difese naziste nell'area di Omaha Beach. Una missione di grande importanza tattica, così come lo è l'intera esperienza di un altro grande classico dei videogiochi: Company of Heroes (2006). Lo strategico di Relic Entertainment mette in scena la drammaticità del conflitto da una prospettiva differente, optando per una visuale in terza persona che rende l'azione giocoforza più "distaccata", ma non per questo meno intensa ed efficace.

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Company of Heroes trasforma la seconda guerra mondiale in un'esperienza strategica, in cui ogni singola mossa può fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Anche in questo caso, il D-Day è stato enfatizzato da una serie di meccaniche di gioco ben congegnate.

Nel videogame realizzato dalla casa canadese, infatti, c'è un mix di sequenze di gioco e filmati che mostrano gli orrori della guerra da varie prospettive, mentre la campagna cerca di enfatizzare le difficoltà dei soldati della Compagnia Able mentre cercano di sfuggire al fuoco incessante delle mitragliatrici tedesche, preparandosi a un assalto disperato ai bunker nazisti e a mettere fuori uso i cannoni antiaerei. Una serrata resistenza da parte delle forze tedesche che, durante la storia di Company of Heroes, traspare perfettamente grazie alle meccaniche studiate dagli sviluppatori, con l'importanza della gestione delle risorse e delle unità a disposizione che assume un ruolo cruciale per l'esito della missione.

PAUSA E RITORNO -

Se lo Sbarco in Normandia è stato protagonista di numerosi videogiochi fino a quel periodo, nei primi anni Duemila il progressivo "disinteresse" da parte di strategici e sparatutto verso l'era della seconda guerra mondiale a favore di altri conflitti e periodi storici ha portato all'improvvisa "sparizione" del D-Day dal mondo dei videogiochi. Sebbene non siano mancate produzioni minori che, negli anni, hanno tentato di riproporre quegli eventi in forma digitale e interattiva (tra cui Combat Mission: Battle for Normandy, lanciato nel 2011, e Iron Front, che nel 2012 si è arricchito con un contenuto aggiuntivo interamente dedicato al D-Day), per assistere a una nuova produzione "tripla-A" focalizzata su questo conflitto è toccato attendere il 2017, quando Sledgehammer Games ha lanciato sul mercato Call of Duty WW2.

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Call of Duty: WWII è stato l'ultimo sparatutto "tripla-A" a ricreare il D-Day con un'impronta squisitamente cinematografica. La resa su schermo è incredibile, nonostante alcune scelte in termini di meccaniche di gioco rendano quasi "impossibile" subire una sconfitta.

Lo sparatutto di Activision, complice il grande avanzamento tecnologico degli ultimi anni, è riuscito nell'intento di rendere ancora più realistica e brutale la rappresentazione digitale del D-Day, replicando lo schianto delle navi Alleate, lo sbarco sulla spiaggia, l'uso dei siluri Bangalore per sbarazzarsi delle recinzioni di filo spinato, la corsa forsennata nel tentativo di raggiungere i bunker mentre si è sotto il fuoco nemico.

Per molti utenti, però, la tensione di quei momenti non è stata ricreata perfettamente dal team di sviluppo, che sperando di trasformare la campagna in una sorta di blockbuster hollywoodiano interattivo (tanto spettacolare nella forma quanto "banale" nella sostanza), ha infarcito la missione di momenti "scriptati" e dei cosiddetti "quick-time event" in cui è pressoché impossibile lasciarci le penne.

Il mondo dei videogiochi ha continuato a proporre strategici, sparatutto e avventure ambientate nell'epoca della seconda guerra mondiale e che hanno coinvolto più o meno marginalmente il D-Day (alcuni anche in chiave ironica, come "Conker's Bad Fur Day" oppure "Dino D-Day", altri in chiave molto più realistica, come il recente "Hell Let Loose"), ma le iniziative per ricordare uno dei momenti più importanti del conflitto non mancano di certo.

Uno degli esempi più interessanti è quello di World of Warships, gioco di massa online incentrato sulle battaglie navali che, proprio per l'80esimo anniversario del D-Day, offrirà ai suoi utenti un documentario gratuito intitolato "Frog Fathers: Lessons From the Normandy Surf": un evento che punta a onorare gli eroi non celebrati del Naval Special Warfare e darà il via a una settimana di attività di commemorazione che si svolgeranno nel gioco di Wargaming.