Non c’è pace per il test d’ingresso di Medicina e Chirurgia: dopo decenni di contestata stabilità, la prova di selezione sta vivendo un triennio di cambiamenti costanti. A solo un anno dal debutto, il test al computer individuale TOLC MED è stato affondato dalle spifferate dei quesiti su Telegram ma soprattutto dai ricorsi al TAR. Così ha dovuto lasciare il posto, nuovamente, a un test cartaceo uguale per tutti i candidati, che verrà somministrato in due date uguali a livello nazionale: 28 maggio e 30 luglio. Il Ministero dell’Università e della Ricerca, saggiamente, ha deciso di rendere pubblica la banca dati da cui verranno estratte le 60 domande che comporranno il test.
Una situazione in continua evoluzione
Ma per il successivo anno accademico il Parlamento ha già in discussione una nuova riforma che sancirebbe la fine del test a crocette per l’accesso ai corsi di Medicina e Chirurgia e di Odontoiatria: resterebbe il numero chiuso, ma la selezione avverrebbe sulla base degli esiti di alcuni esami caratterizzanti nel primo semestre. Nel frattempo, in attesa della pronuncia definitiva del TAR sui ricorsi, che speranze hanno i ricorsisti di immatricolarsi e quali eventuali criticità riservano le novità introdotte?
Per rispondere ai tanti dubbi che gravitano attorno all’accesso programmato di area sanitaria, il portale Skuola.net ha interpellato l’avvocato Michele Bonetti, da sempre in prima linea nel difendere gli studenti che decidono di ricorrere contro i malfunzionamenti nell’organizzazione dei test.
Cosa resta del TOLC MED 2023?
“Il TOLC quest’anno per Medicina, Odontoiatria e Veterinaria non ci sarà. Il CISIA e il Ministero potranno continuare ad utilizzare il TOLC per gli altri corsi di laurea”.
I ricorrenti cosa hanno ottenuto?
“I procedimenti giudiziari, a distanza di dodici mesi sono ancora in piedi. Il Consiglio di Stato deciderà il 9 luglio sulla legittimità o meno del TOLC e sulla possibilità di ingresso dei ricorrenti”.
Ma quali erano i punti critici che hanno portato il TAR a bocciare il TOLC MED?
“All’indomani dell’utilizzo del TOLC, per la prima volta, per l’accesso alla facoltà di medicina è sorto a livello mediatico uno scandalo in merito a una presunta vendita di domande a 20 euro nelle chat di Telegram; sul punto non mi risulta alcun accertamento o sviluppo da parte delle Autorità giudiziarie penali e il tutto si è risolto in una “bolla di sapone”. Ma, poi, è stato lo stesso modello TOLC a finire nel mirino: un ricorso al TAR ha portato a dichiarare illegittimo sottoporre ai candidati compiti diversi, come è avvenuto, essendo ciò in violazione del principio della parità di trattamento. L’equalizzatore previsto con il TOLC cercava, di appianare tali disparità, ma senza successo”.
E poi, cosa è successo?
“Il Tribunale Amministrativo ha proposto di annullare la prova ma non di consentire l’immatricolazione sovrannumeraria dei ricorrenti, bloccando così gli scorrimenti e lasciando quasi 1000 posti liberi. In via d’urgenza, con provvedimento non definitivo, il Consiglio di Stato ha però sospeso la forza esecutiva della decisione del TAR. Ora siamo in attesa di capire cosa accadrà”.
Il nuovo sistema che debutta il 28 maggio supera le criticità del precedente o avete già individuato dei punti deboli che potrebbero essere usati per i ricorsi?
“Si va verso il secondo scenario. Il test TOLC, diverso per ogni candidato, era un modo per evitare brogli, fughe di notizie e copiature e paradossalmente il Consiglio di Stato lo sta ritenendo legittimo. Con il test attuale si ritorna invece al passato: le domande sono estratte da una banca dati pubblica ma alcune di queste risultano già errate, cosicché il Ministero procede con continue rettifiche della banca dati. Del resto il numero maggiore di quesiti proponibili aumenta esponenzialmente il rischio che questi vengano annullati o abbonati.
Con il nuovo sistema, poi, considerando che i quesiti sono pubblici, i punteggi per entrare a medicina saranno altissimi e in un punto, ovvero una domanda errata, ci saranno migliaia di ragazzi. Per assurdo se la domanda, per errore, riporterà che con il semaforo rosso si attraversa, il punto verrà attribuito solo a coloro che risponderanno in tal senso, ossia in maniera palesemente errata e solo perché nella banca dati pubblica la risposta esatta da appiccicarsi in testa era quella. Mi chiedo, stiamo formando persone per affrontare quiz televisivi o per entrare all’università e negli ospedali?”.
Cosa pensa, invece, del nuovo sistema di selezione attualmente al vaglio del Parlamento, con iscrizione aperta e selezione dopo un primo periodo di università?
“Credo che siamo di fronte ad una rivisitazione moderna della storia del “Re Nudo” di Andersen. Stiamo girando e rigirando intorno al problema, con soluzioni apparentemente nuove, ma che nuove non sono, a discapito dei ragazzi e delle famiglie. Ma è così difficile nel nostro Paese riconoscere e rendere effettivo un diritto/dovere come quello del diritto allo studio? Anche se molti ritengono questo semestre di “prova” un passo in avanti, non superiamo ancora il sistema della programmazione”.
Cosa ne sarà dei “quartini”, gli studenti di quarto superiore che in base alla normativa dell’anno scorso potevano sostenere il test e conservare il punteggio anche nella graduatoria ?
“La posizione dei “quartini” è stata sanata con un intervento legislativo che prevede che tutti color che nel precedente TOLC a.a. 2023/2024 abbiano ottenuto un punteggio maggiore o uguale all’ultimo soggetto immatricolato, possano avanzare domanda per l’inserimento in graduatoria e iscriversi. Il quadro normativo sul punto non è però definitivo in quanto siamo in attesa dei decreti attuativi.
A questo punto mi chiedo per quale motivo non debba essere sanata la posizione di tutti coloro che nel precedente TOLC hanno ottenuto un punteggio elevato, ma non hanno potuto immatricolarsi per un problema di scelta delle sedi. Del resto si tratta di due posizioni del tutto assimilabili; ad esempio mi riferisco a uno studente che abbia ottenuto il punteggio di 62, ma che non si sia potuto, ad esempio, immatricolarsi a Padova, ma poteva immatricolarsi alla Sapienza inizialmente non indicata tra le opzioni”.
Pensa che ciò potrebbe aprire a nuovi ricorsi?
“Penso di sì, sono situazioni del tutto paragonabili che potrebbero portare a ulteriori contenziosi, soprattutto se il Consiglio di Stato ci dirà che il TOLC è legittimo. Se invece il Consiglio di Stato ci dirà che il TOLC è illegittimo si apriranno addirittura scenari di annullamento, ben più gravi di quelli prospettati dalla decisione del TAR ad oggi sospesa, con ripercussioni addirittura sugli immatricolati”.
A questo punto, che suggerimento vuole dare agli studenti per non incorrere in spiacevoli sorprese?
“Sicuramente di impegnarsi al massimo, un punto in più può fare la differenza. Bisogna più volte leggere bene il bando di concorso e adempiere a tutte le formalità ivi prescritte, prestando attenzione alle istruzioni che verranno fornite per la compilazione della scheda anagrafica e l’annerimento delle caselle per l’indicazione delle risposte.
Inoltre dal 29 luglio al 2 settembre 2024 ore 15.00, è prevista la domanda per l’inserimento in graduatoria con la possibilità di scegliere le sedi per cui concorrere; invito tutti gli studenti a indicare tutte le sedi in ordine di preferenza della facoltà ambita. Le sedi, una volta che è scaduto il termine, non possono essere cambiate e aggiunte e l’ordine errato di inserimento può determinare che si viene assegnati senza poter più concorrere per sedi migliori.
Le formalità dovranno essere adempiute con molta attenzione anche dopo la pubblicazione della graduatoria quando, in caso di esclusione dai primi posti utili, gli studenti dovranno effettuare l’eventuale conferma di interesse a restarvi, pena l’esclusione della graduatoria; ciò va fatto ogni volta che vi è uno scorrimento. Infine, quando risulteranno ‘assegnati’, dovranno effettuare immediatamente tutte le procedure di legge per immatricolarsi”.