Cannes 77 apre le porte, per la settima volta, a Paolo Sorrentino per accogliere "Parthenope", il suo ultimo film e unico italiano in gara per la Palma d'oro che la giuria presieduta da Greta Gerwig assegnerà sabato 25 maggio. Circa dieci minuti di applausi hanno salutato la premiére mondiale del film al Grand Theatre Lumiere. Parthenope è una donna ed è anche Napoli, la città di Sorrentino. "Non è una lettera di amore, non le ho mai sapute scrivere ma un viaggio nel mistero di questa città indefinibile, teatralizzata, in cui tutto è recita", ha spiegato il regista.
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Il settimo film di Sorrentino a Cannes -
"Questo film è per me una celebrazione del viaggio della mia vita", ha detto emozionato Sorrentino. "Ringrazio Fremaux per avermi fatto cominciare qui 20 anni fa il mio viaggio nel cinema", ha proseguito commosso, ricordando così il primo dei sette film presentati a Cannes, "Le conseguenze dell'amore" con Toni Servillo presentato nel 2004. Standing ovation del pubblico, tra cui c'era il giurato italiano di Cannes 2024 Pierfrancesco Favino, Sting con la moglie Trudie Styler produttrice di un documentario su Napoli. Abbracci e lacrime tra i protagonisti la giovane Celeste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Gary Oldman, Luisa Ranieri, Isabella Ferrari, Beppe Lanzetta, Dario Aita e Daniele Rienzo.
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La storia di Parthenope -
Il film, che segue anche idealmente "E' stata la mano di Dio" per raccontare la storia di Parthenope (l'esordiente Celeste Dalla Porta e da anziana Stefania Sandrelli), dall'età "in cui si balla da soli, si è giovani e la verità non fa parte del tuo essere e non si ha niente a che fare con l'insincerità all'età della vita etica, della responsabilità in cui diventi quello che sei e speri ti piaccia come sei diventato e vivi se cerchi di stupirti di quello che fai". Non c'è, spiega il regista, nostalgia, "io la giovinezza felice l'ho solo sognata, non vissuta" e ora è diventata un film. "Non è una lettera di amore, non le ho mai sapute scrivere ma un viaggio nel mistero di questa città indefinibile, teatralizzata, in cui tutto è recita", dice il regista che puntella la storia di questa giovane che nasce nell'acqua del Golfo, a Palazzo Donn'Anna a Mergellina nel 1950 e con le sue esperienze anche estreme, profonde, vive momenti storici come la contestazione, il colera, il terremoto persino, immancabile, la città in festa per lo scudetto del Napoli. E nel mezzo ci sono l'armatore Achille Lauro "il comandante", un personaggio che sembra evocare in misura grottesca Sophia Loren, un altro il cardinale di Napoli e un altro ancora il filosofo Gerardo Marotta. Dal disincanto de "La Grande Bellezza" al "grande incanto" di Parthenope nel primo film con protagonista una donna. In Parthenope c'è il dolore e la seduzione "mezzi di comunicazione veloce che permettono di saltare la forma che mettiamo in atto tutti i giorni e ci permettono di riuscire a dirci qualcosa di interessante", conclude.
"Marcello Mio", un omaggio a Mastroianni -
Ma l'Italia è anche "Marcello Mio", il film en travesti di Christophe Honoré in cui la figlia di Mastroianni, Chiara entra letteralmente nei panni del padre e in nome di lui cerca di fare pace con la propria identità e dando una risposta alla domanda tipica: "Ti senti più Mastroianni o Deneuve?". E' la madre Catherine, 80 anni, regina del cinema francese a dare le risposte più spiritose e anche commoventi nel film, abituata a gestire la presenza (e l'assenza) del grande attore. Il film in Concorso è un omaggio a Marcello Mastroianni di cui quest'anno ricorrono i cento anni dalla nascita. Sulla scalinata del Palais des Festivals con le due donne hanno sfilato gli amati francesi Fabrice Luchini, Melvil Poupard, Nicole Garcia, Benjamin Biolay preceduti dalla fiamma olimpica delle Olimpiadi di Parigi che ha calcato il tappeto rosso, portata da un gruppo di atleti in abiti di gala, sulle note di "Momenti di gloria".