L’ultimo sforzo, ma forse quello con più carico emotivo. Prima di mettere le mani sul diploma, infatti, i maturandi dovranno fare i conti con il colloquio, una delle prime occasioni della propria vita in cui le ragazze e i ragazzi si ritrovano faccia a faccia con una commissione d’esame schierata davanti a sé. Peraltro composta per oltre la metà, tra commissari e presidente, da persone sconosciute. Eccola l’essenza dell’orale della Maturità 2024: un passaggio che si compone di vari momenti, che messi insieme completano la valutazione della prova. A far luce su questo importante scalino prima del traguardo, con l’obiettivo di aiutare i maturandi, ci ha pensato una pratica guida di Skuola.net che riporta i diversi step dell’orale, nonché il metodo di assegnazione del punteggio e gli obiettivi dell’interrogazione.
Il calendario degli esami orali di Maturità
Va subito detto che una cosa con cui dovranno fare i conti gli studenti durante la preparazione per l’esame è l’incognita sulla data del loro orale. Perché il calendario è variabile da scuola a scuola, essendo stabilito dalle singole commissioni e dalla sorte, come vedremo successivamente.
Qualche ipotesi è comunque possibile tracciarla. Infatti, la prima convocazione non può avvenire prima di due giorni dalla pubblicazione degli esiti delle prove scritte, domeniche e giorni festivi esclusi. Le commissioni più solerti, di solito, sono in grado di garantire che la procedura prenda il via già il lunedì successivo alle prove scritte: nel caso della Maturità 2024, il 24 giugno.
Nella fase preliminare dei lavori della commissione d’esame, viene stabilito quale delle due classi abbinate a ciascuna commissione inizierà i colloqui. A seguire, l’ordine di interrogazione verrà stabilito dal sorteggio di una lettera, corrispondente al cognome del primo candidato che sosterrà il colloquio. Da lì in poi si proseguirà per ordine alfabetico, con un massimo di cinque esaminati al giorno. In genere, comunque, la tabella di marcia garantisce la fine degli orali entro la prima settimana di luglio. Giusto in tempo per rimettersi a studiare in vista del test d’ingresso di Medicina o di Veterinaria, previsto, per gli aspiranti a tali carriere, a fine mese.
Le fasi del colloquio orale di Maturità
La durata indicativa del colloquio è di circa 60 minuti, con la possibilità, in caso di assenza imprevista, di poter recuperare l’interrogazione nella sessione suppletiva, indicata sempre nel calendario stilato dalla commissione.
Nel complesso, il candidato dovrà infatti dimostrare di aver conseguito il cosiddetto profilo educativo, culturale e professionale (detto anche PECUP), stabilito dalle linee guida del Ministero. Per farlo, in concreto, dovrà affrontare vari "momenti". Si comincia con l’analisi, da parte del maturando, di un “materiale” proposto dalla commissione: uno spunto che può essere, ad esempio, un testo, un documento, un’esperienza, un progetto, un problema, attinente alle Indicazioni Nazionali per i Licei e alle Linee Guida per gli Istituti Tecnici e Professionali.
Nella predisposizione del materiale, la commissione dovrà tenere conto del Curriculum dello studente e attenersi ad esso. Il candidato verrà quindi messo nelle condizioni di sviluppare una discussione, partendo proprio dagli stimoli dati dalla commissione, procedendo poi ai dovuti collegamenti tra le diverse discipline al centro del programma scolastico. L’ordinanza della Maturità 2024 parla chiaro: lo studente dovrà dimostrare di “essere capace di utilizzare le conoscenze acquisite e di metterle in relazione tra loro per argomentare in maniera critica e personale, utilizzando anche la lingua straniera”.
Una volta testate le effettive capacità del candidato, il colloquio si concentrerà poi su alcuni ambiti più specifici dell’esperienza scolastica. Nel dettaglio, il maturando dovrà commentare, tramite una breve relazione o lavoro multimediale, l’esperienza formativa dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, l’ex Alternanza Scuola Lavoro), analizzando il percorso svolto con un approccio critico e personale. Successivamente, la commissione interrogherà il candidato con domande inerenti all’insegnamento dell’Educazione Civica.
Il Ministro Valditara ha più volte ribadito che l’esame orale dovrebbe essere più un colloquio per permettere allo studente di mostrare le sue capacità di trattazione multidisciplinare che un’interrogazione, tuttavia le singole commissioni hanno facoltà di regolarsi come meglio credono.
Infine, se lo riterranno opportuno, i docenti potranno approfondire le informazioni caricate dal maturando nel Curriculum dello Studente e nella sezione dell’E-Portfolio dedicata al cosiddetto “Capolavoro”, ovvero una o più esperienze segnalate dal candidato come elementi in grado di valorizzare il suo percorso, non solo scolastico.
In ogni caso, anche se non menzionate durante l’interrogazione, di queste notizie la commissione potrà tenere conto al momento di stabilire il punteggio. L’ultima fase del colloquio - dove forse si potrà tirare un sospiro di sollievo - consiste nel commento delle prove scritte.
Come viene valutato il colloquio orale
A proposito di punteggio, all’orale si ripresenta quanto stabilito per le due prove scritte: anche all’orale il massimo ottenibile è 20 punti. Ciò significa che i tre passaggi dell’esame avranno uguale peso nella formulazione del voto finale, potendo contare complessivamente fino a 60 punti.
Nel caso del colloquio orale, una volta terminata l’interrogazione del candidato, la sottocommissione procederà all’attribuzione del punteggio prendendo come riferimento la griglia di valutazione predisposta in precedenza dal Ministero dell’Istruzione. Le linee guida del MIM stabiliscono cinque criteri di valutazione per assegnare il punteggio.
Si tratta di cinque parametri ufficiali - utilizzati da tutte le scuole del Paese - che permettono di formulare il punteggio del colloquio orale. Il primo indicatore che viene misurato è “Acquisizione dei contenuti e dei metodi delle diverse discipline del curricolo, con particolare riferimento a quelle d’indirizzo”, per cui il candidato può ottenere fino a un massimo di 5 punti; il secondo parametro è la “Capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle tra loro”, che vale fino a 5 punti; il terzo è la “Capacità di argomentare in maniera critica e personale, rielaborando i contenuti acquisiti”, per cui ci sono fino ad altri 5 punti in palio.
Viene poi analizzata la “Ricchezza e padronanza lessicale e semantica, con specifico riferimento al linguaggio tecnico e/o di settore, anche in lingua straniera”, che vale massimo 2,5 punti. Stesso valore - ipotetici 2,5 punti - anche per l’ultimo fattore preso in considerazione dalla commissione, cioè la “Capacità di analisi e comprensione della realtà in chiave di cittadinanza attiva a partire dalla riflessione sulle esperienze personali”.