Baby K è tornata sulle scene con il nuovo singolo "Fino al blackout", accompagnato dal video, di cui ha firmato testo e musica e per la prima volta la produzione insieme a Macs. Giunta a un sacco di traguardi (5 dischi d’Oro, 17 di Platino e disco di Diamante per “Roma-Bangkok”) dopo tredici anni di attività, Claudia Judith Nahum (questo il suo vero nome) rivendica l'unicità del suo percorso a Tgcom24 come "una costante contaminazione e una grande sfida". E racconta anche, da regina delle classifiche, com'è sentirsi stritolati dalla macchina dello spettacolo con i problemi di salute mentale che anche molti altri artisti hanno denunciato, come conseguenza di questo mondo. L'ultimo brano è nato soprattutto dopo un periodo in cui Baby K ha rimesso al centro se stessa: "Voglio ripartire da me", spiegando la necessità di coniugare una musica che la rappresenti: "Non voglio cadere nella trappola delle pressioni per poi fare qualcosa che o non è autentico o che mi rende schiava di questo gioco malato".
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Dopo record e disco di diamante ad aprile hai fatto un post su te stessa, sul periodo di pausa che ti eri presa, annunciando poi un ritorno. E' stato un momento in cui hai fatto un consunto della tua carriera fino a qui?
Sì, è stato proprio questo, hai colto bene. Diciamo che dall'ultimo anno se non addirittura da prima penso che gli artisti siano in un'epoca in cui vivono delle grossissime pressioni. La musica va velocissima e sembra quasi che sia diventata un contenuto e non il punto d'arrivo. Un contenuto per i social per poi essere consumato e buttato via molto velocemente. E questo porta sempre più responsabilità anche sugli artisti. Nel mio caso devo costantemente mantenere questi numeri enormi e non è concesso nemmeno una naturale parabola e onda che si calma. Se tu non sforni costantemente dei pezzi che vanno in cima alla classifica in qualche maniera la tua carriera vale meno. La mia è partita facendo la gavetta e autoproducendomi, un percorso lungo in cui quello che è successo, è successo perché nato da una mia intuizione artistica. Non sono un progetto studiato a tavolino. Io il tavolino me lo sono creato da sola. Quindi in questo periodo mi sono detta che non voglio cambiare, non voglio essere qualcosa di diverso, ma devo tornare però alle mie intuizioni, devo bloccare un po' il rumore di fondo costante. Quindi mi rimetto a questo tavolino e voglio andare avanti comunque da adesso in poi con le mie intuizioni e con quello in cui io credo veramente perché io ho iniziato a fare musica prima dei successi e continuerò a fare musica anche dopo anche quando il successo scemerà. Insomma fino alla fine, fino al blackout.
Da cosa è nato questo risentimento?
La pressione costante o essere costretti a rifare quei numeri anche se è impossibile, non è fisiologico. Lo stesso vale anche per i grandi. Siamo bombardati oggi. E questo fa perdere la bussola. E io mi sono chiesta allora, chi sei? Che è una cosa che risale a quando ero piccola.
Infatti sempre nel post sui social, ti fai proprio questa domanda, "chi sei Claudia?" Ti sei data una risposta?
Sì, che non voglio cadere nella trappola delle pressioni per poi fare qualcosa che o non sia autentico o che mi renda schiava di questo gioco malato. E infatti tanti artisti oggigiorno stanno soffrendo e la loro salute mentale sta andando a picco. Sta diventando insostenibile questo modo di fare musica. Io in questa trappola non ci cado e voglio ripartire da me.
Hai scritto anche che sentirsi diversi è un’arma. Qual è la tua diversità?
Quando ero più piccola ci soffrivo un po', essendo cresciuta a Londra, anche se sono italiana e parlando solo indonesiano fino ai tre anni. Non mi sentivo né inglese né italiana e mi manca quindi un po' una consapevolezza di identità di base. Noi abbiamo sempre bisogno di radici. Intanto però mi sento appartenente a questo movimento culturale. Ma mi sono sentita sempre un pesce fuor d'acqua. Come all'inizio della mia carriera quando facendo musica da indipendente ed ero proprio una rapper mentre questo genere non era ben visto. Quando mi sono affacciata al mainstream mi sentivo ancora diversa ma ho capito che un'artista ha modo di esistere quando ha una sua identità ed è diversa dal resto. Perché altrimenti non sei un'artista, sei una fra tanti. Mi son detta che questa sarebbe stata la mia forza. Quando sei unica, hai motivo di esistere e quindi fai un percorso tutto tuo. Così è avvenuto anche poi quando mi sono lanciata nel pop: i miei video erano diversi, la mia immagine era diversa rispetto a quello che c'era, come il mio sound. Stessa cosa anche quando mi sono buttata su un ibrido, abbracciando anche un po' il latin. Ho rotto anche qui schemi e aspettative. E' una cosa che voglio continuare a portare avanti. Cioè mi sono resa conto, essendo un melting pop culturale, che voglio che la mia musica sia una costante contaminazione e una grande sfida. Questo è quello mi tiene viva.
Parliamo un po' di questo singolo che è uscito. Cosa rappresenta per te? Ho visto che firmi testo, musica e coproduzione
Sì, è stato bellissimo questa volta anziché dare degli input al produttore ho scritto, arrangiato e prodotto proprio in tutto e per tutto insieme a un'altra persona. Ho potuto tornare alla musica allo stato più puro. Riprendendo il discorso che facevamo prima cioè quello che ho vissuto nel corso dell'anno se non addirittura un po' prima, quando arriva il blackout nella vita, in generale, dato che siamo in un momento particolare anche di caos sia dal punto di vista di musica e società, è importante capire che cos'è che ci tiene saldi e che cos'è che ci fa andare avanti. Nel mio caso, quello che ho voluto comunicare con il brano, è che sono ripartita da me stessa. Da un'indipendenza, da voler riprendere in prima persona il mio racconto e una mia identità. Questa è la forza femminile travolgente. Non a caso comunque nel video, che dà un senso a tutto, ho voluto mettere davanti la forza della sessualità della donna. In un'immagine dove viene richiamato il concetto di doversi amare per sentirsi forti e per capire chi stiamo per affrontare la tempesta, c'è anche una citazione del potere del sesso femminile. Quindi l'empowerment femminile che ho voluto far uscire è che ci si deve un po' anche amare, essere un po' egoisti in questo senso e questo lo sa fare anche il sesso. In questo senso, la sessualità è una forza per sé stessi.
A proposito del video del brano ho visto sempre su Instagram che avevi messo uno stralcio con delle immagini e hai scritto: "Chi sei quando si spegne la luce?". E tu? Chi sei quando si spegne la luce?
Sono contenta di questa domanda. Perchè nonostante sia semplice, per chi è una persona introspettiva è importante. Nel corso dell'anno ho fatto un lavoro personale su me stessa quindi non tanto su Baby K, però è una domanda che mi sono posta. Ho capito che quando sono davanti a delle problematiche e alla tempesta, comunque alla fine la chiave e la risposta in qualche maniera la trovo sempre. Ma perché a volte solo tu lo puoi sapere. Sei tu che vivi la tua vita. E non puoi aspettarti che comunque gli altri capiscano. Quindi in questo senso forse dovrei anche saperlo comunicare meglio anche a un pubblico. In questo mondo prima gli artisti dovevano far vedere quanto fossero perfetti, mentre ora con una maggiore presa di coscienza sulla salute mentale è bello invece far vedere anche le fragilità. Perché nelle fragilità comunque si celano tante forze. Quindi chi sono quando si spegne la luce lo sto imparando, e ho capito che tutto si riconduce a un sé stessi. E io devo essere la mia forza.
Dopo questa pausa c'è quindi una tua voglia di raccontarsi in maniera diversa?
Assolutamente sì. Le persone mi vedono in maniera superficiale. E mi sono chiesta: io mi pongo in maniera superficiale? Oppure quello che io faccio viene visto come superficiale? Quando in realtà c'è dietro un lavoro di ricerca. E mi son detta, allora che significa? Non significa che rinnegherò quello che ho fatto. Però devo chiudere questo gap tra Claudia e Baby K. Lo posso solo fare forse aprendo di più le porte, preoccupandomi meno di dare un'idea, e raccontare di più le mie vicissitudini. Per me l'importante è di continuare a dare un racconto di me. Per far capire meglio chi sono.
Dopo questo singolo è lecito chiederti cosa arriverà dopo
Io avrei voglia di fare tante cose, il problema è metterli in fila e in ordine. Ho tante sessioni di scrittura e sto ancora lavorando sull'aspetto musicale, però la volontà è di continuare a uscire con brani. Sto iniziando a flirtare con l'idea di Sanremo o non Sanremo? Questo perché me lo chiedono da circa dodici anni, sia cantanti che miei colleghi. Intanto mi aspetta un'estate un po' tosta perché registrerò e scriverò mentre però sono in promo a fare ascoltare dal vivo questo brano. Sarà interessante comunque vedere come reagirà il pubblico, essendomi scostata da un suono latino verso uno più fresco.