"NON SONO PREOCCUPATO"

Inchiesta Liguria, Spinelli: "Penso di meritare la revoca dei domiciliari"

L'imprenditore dopo l'interrogatorio di garanzia in Procura a Genova: "Non sono assolutamente preoccupato, ho risposto a tutto"

Aldo Spinelli, coinvolto nell'inchiesta sulla Regione Liguria, "pensa di meritare" la revoca degli arresti domiciliari. Lo ha dichiarato lo stesso imprenditore, dopo l'interrogatorio di garanzia in Procura a Genova. "Non sono assolutamente preoccupato. L'interrogatorio è andato bene e ho risposto a tutte le domande", ha aggiunto l'ex patron di Genova e Livorno.

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Spinelli ai giornalisti dopo l'interrogatorio -

 "Ho detto tutto, tutto...". Con queste parole Aldo Spinelli, al termine dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Faggioni, ha confermato di aver risposto alle domande degli inquirenti. "Fate i bravi, mi raccomando", ha detto ancora ai giornalisti che lo aspettavano al termine dell'udienza. A chi gli chiedeva se tornasse libero ha risposto "penso di meritarmelo", ma ha detto di non sapere nulla di un'eventuale revoca della misura cautelare perché "è l'avvocato che fa 'ste cose qua".

Indagini ancora in corso -

 L'avvocato Vernazza, che assiste Spinelli, ha confermato che il suo cliente "ha risposto a tutte le domande" del gip "e si è sfogato". Ma ha precisato di non voler dire altro perché "le indagini sono ancora in corso". 

"Agito per gli interessi della città" -

  L'imprenditore nel quadro da lui tracciato si sarebbe difeso dicendo di aver sempre avuto a cuore gli interessi del porto e di aver "agito solo per quegli interessi" che sono poi anche della città. Ha ribadito poi che i finanziamenti erano "regolari". Il figlio Roberto, invece, anche lui con una misura interdittiva, ha ripetuto quello che emerge dalle intercettazioni agli atti del fascicolo: ossia che lui non era d'accordo con il padre, non condivideva la sua gestione imprenditoriale "di versare soldi alla politica", in questo caso al Comitato Toti. In sostanza si sarebbe chiamato fuori attribuendo le responsabilità al padre. "Ha fatto tutto lui", avrebbe detto.

Lo yacht di Spinelli al centro dell'inchiesta Liguria -

 La barca di Spinelli è al centro della vicenda perché quando salivano sullo yacht, alcuni protagonisti della vicenda lasciavano i cellulari all'esterno. Per essere certi di non essere ascoltati. Ma il Leila 2 - questo il nome dell'imbarcazione - era imbottito di microspie. Sulla barca, dove si mangiava e si brindava, si parlava di concessioni portuali e di iniziative immobiliari: tutto ascoltato dalla guardia di finanza. A bordo sarebbe salito anche l'ex procuratore di Genova, Francesco Cozzi, che ha indagato sul crollo del Ponte Morandi.

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