RECUPERO SCOLASTICO

Dal prof che fa il “doppio lavoro” al laureando: ecco i profili più gettonati per le ripetizioni private

Circa tre studenti su dieci, per svolgere le sessioni di recupero scolastico, si sono affidati a un docente di scuola, mentre uno su cinque ha scelto studenti universitari. Si fa strada il web, sia per quanto riguarda la fruizione delle spiegazioni sia per la “caccia” al Tutor ideale

© Ansa

Docenti scolastici che vogliono arrotondare lo stipendio, laureandi ma anche professionisti full time delle lezioni pomeridiane a pagamento. Nel mercato delle ripetizioni private c’è spazio un po’ per tutti i tipi di Tutor. La domanda, infatti, è abbondante: in questo anno scolastico 1 studente su 5 delle scuole secondarie ha dovuto farvi ricorso. Con l’evoluzione tecnologica che, inoltre, dopo il boom pandemico, sta spostando la ricerca e la fruizione delle lezioni verso la dimensione digitale. A mostrare tali dinamiche è un ricerca condotta da Ripetizioni.it - piattaforma italiana di riferimento per le lezioni private online e in presenza - interpellando oltre 6.000 alunni di scuole medie e superiori.

Si punta soprattutto sulla competenza, ma non manca chi cerca il risparmio

Partendo dal ritratto degli insegnanti, tra quanti hanno preso ripetizioni da settembre ad oggi, i più - circa tre su dieci - sono andati sul sicuro, affidandosi principalmente a un professore di scuola, che la mattina è in cattedra e il pomeriggio si dedica alla “cura” di altri studenti in difficoltà nella sua materia. A seguire, come prima alternativa, si piazzano gli studenti universitari, che cercano di arricchire il proprio bilancio personale supportando ragazze e ragazzi di qualche anno più piccoli: a sceglierli come via prioritaria, probabilmente per risparmiare qualcosa, è stata 1 famiglia su cinque. Al terzo posto, invece, troviamo dei profili meno inquadrabili: adulti, non docenti, esperti in una determinata disciplina, che si offrono per tenere delle lezioni private, selezionati da circa uno su sei.

Un gradino più in basso ci sono i neolaureati, approdo preferito per quasi 1 su 7. A cui si accodano i docenti che si dedicano a tempo pressoché pieno alle ripetizioni, opzionati da 1 su 8: gli stessi che, spesso, si promuovono su siti specializzati nelle ripetizioni private o bacheche varie, fisiche e online. A chiudere l’elenco, a quanto pare poco convincenti, studenti più grandi ma non ancora diplomati: ci si rivolge appena il 5%.

Ma in alcuni casi la “squadra di soccorso” potrebbe essere composta da più di una persona. Infatti, se la maggior parte degli studenti (62%) si è affidata a un solo Tutor, non è mancato chi ne ha ingaggiati un paio (23%) o un terzetto (10%). Solamente nei casi più disperati, che contano per il 5%, si va oltre.

La lezione standard è ancora "dal vivo", l'online però prende piede

Passando alle modalità di svolgimento delle ripetizioni, come detto, se un tempo gli incontri avvenivano esclusivamente “a domicilio”, oggi il quadro è più variegato e comprende soluzioni più articolate, che fanno perno soprattutto sul web. È vero che quasi otto studenti su dieci procedono al recupero ancora solo e soltanto a casa propria oppure recandosi in quella del docente. Ma tutti gli altri ormai fanno lezione collegandosi via Internet con il Tutor: l’8% alterna questa modalità a quella in presenza, il 14% si è definitivamente convertito alle ripetizioni “a distanza”.

Digitale che si sta prendendo i suoi spazi anche nella fase di ricerca e selezione degli insegnanti. Circa uno utente delle ripetizioni su dieci ha individuato uno o più docenti su siti specifici per l’incontro tra domanda e offerta di lezioni private - come la stessa Ripetizioni.it - o su portali di annunci generici.

Di contro, presto potrebbero estinguersi le classiche bacheche su strada, quelle con decine di numeri di telefono di aspiranti Tutor: ormai le consulta appena il 3% di chi cerca ripetizioni. L’8% si è affidata ai suggerimenti dati dalla propria scuola sui nomi da contattare, il 4% ha chiesto a istituti e centri di formazione privati. Alla fine, comunque, il canale privilegiato resta lui: il passaparola tra parenti e conoscenti, pietra angolare per due famiglie su tre.