Vladimir Putin torna ad agitare lo spettro della guerra nucleare. Ma quante sono le testate a disposizione del Cremlino? Secondo le rilevazioni dell'Ispi la Russia possiede quasi 5900 ordigni nucleari e relativi arsenali, contro i 5200 degli Usa. Di questi, più di 1900 sarebbero testate tattiche, che possono essere collocate su vari tipi di missili normalmente utilizzati per trasportare esplosivi convenzionali. In particolare, nel caso di Mosca, quasi una testata tattica su due sarebbe installata su missili cruise e siluri in dotazione alla marina russa.
Armi tattiche o strategiche -
Quando si parla di arma nucleare tattica si fa riferimento a una testata destinata all'uso sul campo di battaglia, progettata per distruggere obiettivi in un’area specifica. Le armi strategiche, invece, hanno un raggio d'azione più lungo, con capacità distruttiva maggiore e su un'area più vasta. Vengono utilizzate come deterrente o per colpire il nemico fuori dal terreno di scontro. A dispetto di quanto si possa pensare, non si deve sottovalutare la capacità distruttiva delle armi tattiche. Secondo quanto si legge sul sito dell'Ispi "in questa categoria rientrano testate con potenza inferiore o pari al chilotone (l’equivalente di 1000 tonnellate di esplosivo TNT). Un numero tra le 500 e 800 volte inferiore alla potenza distruttiva massima delle atomiche strategiche di cui a oggi dispongono Stati Uniti e Russia. Allo stesso tempo, però, le testate tattiche russe più potenti possono raggiungere fino a 100 chilotoni. Mentre le B61-3 americane si spingono fino ai 170 chilotoni. Una capacità distruttiva molto superiore a quella di Little Boy e Fat Man: le atomiche americane che hanno rispettivamente distrutto Hiroshima e Nagasaki nel 1945."
La dottrina nucleare russa -
Il presidente Putin e alcune delle più alte cariche del governo più volte, dallo scoppio della guerra in Ucraina, hanno sottolineato come "utilizzeranno tutti i mezzi necessari" per garantire la sicurezza del Paese, alludendo anche all'uso di armi atomiche. Per non lasciarsi andare a facili allarmismi, però, è necessario tenere in considerazione la dottrina nucleare russa, secondo la quale il Cremlino si riserva il diritto di lanciare un attacco nucleare solo in risposta a due casi specifici: come reazione all'utilizzo di armi nucleari o di distruzione di massa contro lo stato o i suoi alleati; in risposta all’aggressione su larga scala con l’uso di armi convenzionali, se “l’esistenza stessa dello Stato è in pericolo”.
I missili Iskander in Bielorussia -
Nell'aprile del 2023, la Russia, tramite il ministro della difesa Serghei Shoigu, ha annunciato di aver trasferito ordigni tattici e missili Iskander in territorio bielorusso. I militari dello Stato alleato hanno quindi iniziato l'addestramento per imparare a utilizzare tali armamenti. Lo stesso Putin, durante il discorso in occasione dei festeggiamenti del giorno della vittoria, il 9 maggio 2024, ha annunciato la partecipazione della Bielorussia alla seconda delle tre fasi previste delle esercitazioni per testare la preparazione delle forze responsabili delle armi nucleari tattiche. "Poiché armi nucleari non strategiche sono schierate sul territorio della Bielorussia - ha sottolineato Putin - questa volta abbiamo invitato i nostri amici e alleati, e il presidente della Bielorussia ha chiesto questo, a prendere parte a una delle fasi delle esercitazioni, che si svolgono regolarmente". Il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, ha confermato la decisione di sincronizzare le esercitazioni dopo la prima fase.
I numeri globali -
In base alle stime dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), nel 2023 sono 12.512 le testate nucleari strategiche esistenti nel mondo. Di queste, quasi 9.500 sono a disposizione degli eserciti per un potenziale utilizzo e più di 3.700 sono già schierate su missili e aerei. Nonostante la ratifica da parte di 50 stati di tutto il mondo e l’entrata in vigore del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW), gli arsenali nucleari sono destinati ad aumentare. La strada del disarmo sembra abbandonata. Mosca e Washington contano da sole il 90% delle testate al mondo. Ma il cosiddetto "club del nucleare" include altri sette Paesi, tra i quali anche la Cina. Pechino sta modernizzando ed espandendo il suo arsenale nucleare, che sembra includere tra le altre iniziative la costruzione di oltre 300 nuovi silos missilistici. Si prevede quindi che nel giro di un paio di anni l’arsenale nucleare cinese possa raggiungere il migliaio di ordigni. La corsa al riarmo travolge anche India e Pakistan, oltre alla Corea del Nord. In Europa, invece, tra Francia a Regno Unito si contano 515 testate, oltre alle circa 150 testate americane installate in territorio europeo.