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Juliette Binoche al cinema ne "Il gusto delle cose", un'ode alla passione culinaria

Dal 9 maggio il film di Tran Anh Hung presentato a Cannes 76, dove ha vinto il Premio per la Miglior Regia

© Ufficio stampa

Un concentrato di sapori, sensazioni e colori si respirano ne "Il gusto delle cose" di Tran Anh Hung. Ambientato nella Francia di fine 800, vede protagonista Juliette Binoche nei panni di una cuoca sopraffina da oltre vent’anni collaboratrice del famoso gastronomo Dodin (Benoît Magimel). Un sodalizio culinario che, col passare degli anni, si è consolidato in una relazione sentimentale. Presentato a Cannes 76, dove ha vinto il Premio per la Miglior Regia, e candidato dalla Francia per la corsa al Premio Oscar, il film arriva al cinema dal 9 maggio distribuito da Lucky Red. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.

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La trama del film -

  1885. L’Impeccabile cuoca Eugénie lavora da oltre vent’anni per il famoso gastronomo Dodin. Il loro sodalizio dà vita a piatti, uno più delizioso dell'altro, che stupiscono anche gli chef più illustri del mondo. Con il passare del tempo, la pratica della cultura gastronomica e l'ammirazione reciproca si sono trasformate in una relazione sentimentale. Eugenie, però, è affezionata alla sua libertà e non ha mai voluto sposare Dodin. Così, lui decide di fare qualcosa che non ha mai fatto prima: cucinare per lei.

Il film -

  Adattamento del romanzo "La vie et la passion de Dodin-Bouffant, gourmet di Marcel Rouf", pubblicato nel 1924, il film si sofferma sulla tecnica della cucina mostrando, passo dopo passo, ricette, metodi e relative degustazioni. Una sorta di simposio (Dodin è circondato da raffinati amici buongustai) al cui centro ci sono pietanze come il pot-au-feu, bollito contadino del nord della Francia, o l'omelette norvegese, un dessert molto caldo all'esterno, con un gelato all'interno. Il personaggio di Dodin è ispirato sia al romanzo dello scrittore svizzero Marcel Rouff che alla figura del gastronomo francese Jean Anthelme Brillat-Savarin (1755-1826). Tran Anh Hung, regista francese di origine vietnamita, è stato già vincitore della Camera d'oro a Cannes nel 1993 con "Il profumo della papaia verde" e del Leone d'oro a Venezia nel 1995 con "Cyclo". 

La chimica della relazione tra i due cuochi -

  "La bellezza della loro relazione risiede in quella resistenza. Dodin è ancora innamorato di lei dopo tutti questi anni perché sente di non averla mai posseduta nella sua interezza. Una parte di lei resiste ancora. Invece, quando si tratta del cibo, sono in perfetta comunione. Questa è la fonte della loro chimica; eleva la gastronomia a vera e propria arte", spiega il regista de "Il gusto delle cose" Tran Anh Hung, che per il film e i piatti realizzati si è avvalso della consulenza dello Chef stellato Pierre Gagnaire ("I ritmi della sala cinematografica e della cucina sono diversi, tanto frenetici in un ristorante quanto caotici al cinema”). Cos'è l'arte se non una capacità di godere? La gastronomia punta su un senso estraneo alle altre arti: il gusto. Un artista gastronomico sa distinguere sapori che noi non riusciamo a distinguere con così tanta precisione; sa frullare, misurare, bilanciare sapori, profumi, consistenze, temperature".

La relazione tra i due attori -

 Il film, in cui si racconta la storia d'amore tra questi due cuochi, sembra aver fatto anche un piccolo miracolo: Benoit Magimel e Juliette Binoche, che nel 2003 hanno avuto una relazione di quattro anni dalla quale è nata anche una figlia, Hanna, avrebbero ricucito i rapporti: "Tutto è stato trasformato sul set. L'amore è rimasto vivo malgrado la mancanza di comunicazione durata vent'anni" dice l'attrice in un'intervista.