C'è preoccupazione per la carenza, o comunque per la "disponibilità in quantità ridotta", di fluorouracile, un farmaco chemioterapico molto usato dai pazienti oncologici. Lo hanno riferito l'Agenzia italiana del farmaco e l'Associazione italiana di oncologia medica, avvertendo, comunque, che si stanno mettendo in atto
tutte le procedure necessarie per ripristinarne la disponibilità e fornire indicazioni precise ai medici oncologi su come gestire la situazione.
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Impossibile soddisfare le richieste dei prossimi mesi -
"Le confezioni disponibili non saranno in grado di soddisfare le richieste del mercato per i prossimi mesi", afferma l'Aifa, sul proprio sito. L'Agenzia assicura però di essere "in costante contatto con i titolari delle autorizzazioni alle immissioni in commercio dei medicinali a base di fluorouracile per avere aggiornamenti su eventuali prossime forniture aggiuntive".
Il largo utilizzo del fluorouracile -
L'Aifa si è inoltre detta disponibili a rilasciare alle strutture sanitarie che ne faranno richiesta l'autorizzazione a importare il farmaco dall'estero. A preoccupare è però proprio il largo utilizzo di questo chemioterapico. Il fluorouracile, spiegano gli oncologi, è un farmaco che rientra in numerosi schemi di trattamento per neoplasie dell'apparato gastroenterico, della mammella e del distretto testa-collo e la sua carenza, sia pur transitoria, "rappresenta un reale problema per la pratica clinica oncologica anche a causa dell'impossibilità di sostituirlo con altri farmaci per uso parenterale".
Possibili schemi terapeutici alternativi -
"Stimiamo - sottolinea il presidente Aiom, Francesco Perrone - che circa il 20% dei nuovi pazienti oncologici ogni anno potrebbe avere potenzialmente bisogno del fluorouracile, si tratta di 70-75mila pazienti l'anno". Proprio per contribuire al superamento della carenza, spiega, "daremo indicazioni ai clinici affinché considerino schemi terapeutici alternativi con farmaci orali, come la capecitabina, per i pazienti che inizieranno un nuovo trattamento nelle prossime settimane, se previsti nelle linee guida disponibili e clinicamente indicati. Cercheremo di dare la priorità ai pazienti già in trattamento e ci auguriamo che questa allerta possa presto rientrare".
Import del farmaco per superare il momento di criticità -
Ribadendo che Aifa "sta già mettendo in moto anche tutte le procedure inerenti l'import del farmaco per superare il momento di criticità", il presidente degli oncologi sottolinea anche "l'importanza di questa rinnovata collaborazione con l'Agenzia: questo metodo di collaborazione, e la condivisione dei contenuti, tra società scientifiche e un ente regolatorio come Aifa - afferma - è fondamentale ed è a tutto vantaggio dei pazienti".
Carenza di farmaci dovuta anche alla guerra -
Il problema della periodica carenza di farmaci non è una novità in Italia, ma si è da qualche anno acuito in seguito al conflitto in Ucraina e alla difficoltà di produzione di alcuni principi attivi in vari paesi. Un problema che il nuovo presidente Aifa, Robert Nisticò, ha indicato come una priorità nel suo discorso di insediamento all'Agenzia il 22 aprile: "Sarà nostro compito fondamentale assicurare che non ci siano carenze nel mercato di farmaci indispensabili. In questo particolare momento in cui purtroppo ci sono conflitti alle nostre porte che pesano sulla filiera del farmaco anche in Italia, l'Agenzia insieme con le industrie, dovrà assicurare la massima disponibilità per un approvvigionamento continuo dei farmaci essenziali sia nel nostro Paese che nei paesi più in difficoltà".
Presso il ministero della Salute è inoltre attualmente attivo un Tavolo tecnico di lavoro nel settore dell'approvvigionamento dei farmaci sul territorio italiano.