Torna a teatro (all'Elfo Puccini di Milano dal 7 al 12 maggio) "La purezza e il compromesso", ultimo capitolo della “Trilogia della Città - un viaggio attraverso l’Italia e i suoi mutamenti", firmata da Paolo Trotti. Lo spettacolo ha debuttato a febbraio 2020 al Teatro Franco Parenti e ha vinto il “Bando NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo” 2019/2020. Storia di migrazione, povertà e riscatto, sia sociale sia umano, la pièce, che ha come sottotitolo "Omaggio a Visconti e Testori", è una produzione Linguaggicreativi e ripropone, dopo il grande successo de "La Nebbiosa" di Pasolini e "I ragazzi del massacro di Scerbanenco", un tema caro al regista, ovvero le periferie della città, i personaggi e le passioni che le abitano.
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Omaggio a Visconti e Testori -
In scena ritroviamo Stefano Annoni e Diego Paul Galtieri, già apprezzati nei due primi spettacoli qui accompagnati da Michele Costabile e Margherita Varricchio.
Trotti scrive una drammaturgia originale, che si ispira al mondo dei racconti di Giovanni Testori, in particolare a "Il ponte della Ghisolfa", ma si nutre del Testori filtrato dalla lettura fatta da Visconti nel film "Rocco e i suoi fratelli". Il risultato è l’affresco di una periferia cittadina, in una non precisata città occidentale contemporanea, in cui si ritrovano gli stessi conflitti della Milano del 1959, la stessa di Testori e di Visconti.
Povertà, migrazione e riscatto -
I protagonisti dello spettacolo sono due fratelli, Rocco e Simone, migrati in una grande città del nord ma con due modi diametralmente opposti di affrontare la loro nuova vita. Rocco mantiene inalterati e puri i propri principi, serbando il desiderio forte di tornare nel proprio paese di origine. Simone, attratto e corrotto dal miraggio di una facile ricchezza, rinnega i propri valori.
Il personaggio che innesca la trama è però la madre di Rocco e Simone e la sua decisione, dopo la morte del marito in Lucania, a fronte di troppa miseria, di raggiungere il figlio maggiore precedentemente emigrato al nord. E' lei che incarne il femminile con la sua necessità di generare e preservare la vita, con il coraggio di lasciare una terra e il desiderio di vedere i figli rivalersi sulla povertà.
La trama si snoda attraverso lo sforzo da parte dei personaggi di misurarsi e superare una serie di separazioni: l’addio al paese d’origine, l’addio all’amore come sogno romantico, l’addio alla famiglia.
Ed è qui che Visconti incontra Testori, nella povertà e nel desiderio di riscatto e rivincita su di essa, ad ogni costo.
Il corpo come unico bene -
Il fil rouge dello spettacolo è però anche una riflessione molto contemporanea sulla necessità di emigrare e di affrontare il destino armati solo del proprio corpo che diventa l’unico bene, da preservare, da scambiare, da perdere, l'unico valore su cui gli emigrati, i viaggiatori per necessità, i fuggiaschi possono contare, strumento di scambio, e contenitore di qualcosa di molto fragile: l’essenza dell’essere... umani nonostante tutto e tutti.