TERZO LAVORO SOLISTA

Dua Lipa e il potere salvifico del pop: "Nella vita serve un ottimismo radicale"

E' uscito "Radical Optimism", il terzo lavoro della popstar in cui racchiude 11 brani di un pop scintillante

© Ufficio stampa

E' uscito "Radical Optimism", l'atteso terzo album di Dua Lipa. Un lavoro incentrato sulla scoperta di sé e sulla forza di superare momenti difficili proprio in virtù di un ottimismo radicale che deve essere alla base di come si affrontano le cose della vita, gioiosamente pop, con un evidente sguardo ad alcune sonorità anni 80 (ma non solo). "Il 'Radical Optimism', per come lo vedo io, è l'idea di affrontare le difficoltà - ha detto lei a Zane Lowe in una intervista su Apple Music 1 -, di non lasciarsi abbattere troppo a lungo, di vedere sempre il lato positivo delle cose, di essere in grado di crescere e di andare avanti e di cambiare prospettiva indipendentemente da ciò che accade nella vita, che si tratti di un cuore spezzato, di un'amicizia, di una relazione, o semplicemente di crescere e vedere le cose in modo diverso. Penso che sia una parte importante della crescita".

Da "Future Nostalgia" a oggi passando per "Barbie" -

 Questo nuovo progetto arriva a ben quattro anni da "Future Nostalgia", l’album che l'ha definitivamente consacrata al centro dell'attenzione internazionale, grazie a quel sapiente recupero (nostalgico ma anche moderno) di sonorità disco e dance pop che le ha garantito due Grammy e una permanenza di quasi tre anni al top delle classifiche, anche grazie a un acclamato tour mondiale e arriva dopo il successo cinematografico di Barbie dove ha partecipato in un cameo e alla realizzazione della colonna sonora con il brano di successo "Dance the Night".

"Radical Optimism" contiene 11 brani, compresi quelli che lo hanno anticipato nei mesi scorsi: il primo singolo "Houdini" che è stato in Italia il brano internazionale più passato in radio per 9 settimane (quattro delle quali al numero uno), "Training Season", il singolo straniero più passato in radio per sette settimane e la canzone che ha aperto la strada all'album, "Illusion". Ispirato alla scoperta di sé da parte di Dua, "Radical Optimism" è un album che attinge alla pura gioia e felicità di avere chiarezza in situazioni che un tempo sembravano impossibili da affrontare. I duri addii e gli inizi vulnerabili che prima minacciavano di schiacciare l’anima, diventano pietre miliari quando scegli l'ottimismo e inizi a muoverti con grazia attraverso il caos. "Conoscevo il titolo di 'Radical Optimism' sin dall'inizio - ha spiegato lei a Zane Lowe -. E' un termine che mi ha presentato un mio amico, con cui stavo facendo un'intervista, e mi ha detto: 'Sai di cosa ha bisogno il mondo? Di un 'ottimismo radicale'. E ho vissuto con questo pensiero per tanto tempo, e col passare del tempo è diventato sempre più presente".

Dua Lipa: "Scrivere canzoni è una terapia" -

 Infuso dell'energia della città natale di Dua, Londra, lo spirito dell'album incarna la crudezza, l'onestà, la fiducia e la libertà del britpop degli anni 90. Radical Optimism trasporta l'ascoltatore in un mondo pop sognante e ricco di musicalità, non apologetico nei testi e liberatorio nei suoni. "Il disco nel suo insieme è più maturo. Sinceramente, penso di non essere la stessa persona che ero quando ho scritto il primo album. Mi sono evoluta e ho imparato molte cose. Ho pensieri, desideri, bisogni e visioni diverse", continua lei. "Scrivo le canzoni come una forma di terapia, qualsiasi cosa sia al momento. Sono cresciuta e maturata. E credo che si ritrovi il senso di felicità e di ottimismo e questa sorta di energia spensierata per cui ciò che è destinato a me, è per me. E penso che avere prospettiva sulle cose, sia qualcosa che continui a tornare.

La prima volta da headliner a Glastonbury -

 Dua Lipa sarà healiner al Piramide Stage (quello più importante) del Festival di Glastonbury di quest'anno, dove ha già dichiarato (a conferma della sua passione per gli anni 80) che le piacerebbe avere ospite con sé Cyndi Lauper. "Mi emoziono solo a parlarne. Glastonbury è il festival, ho amato andarci anche solo come fan. E salire su quel palco ed esibirmi... - racconta la cantante a Zane Lowe -. Ricordo che pochi istanti prima di salire sul palco ho guardato la folla. Mi sono esibita a Glastonbury due volte, e la prima volta avevo uno slot alle 12:15 o giù di lì, di sabato. Uno slot terribile, perché il venerdì la gente fa festa tutta la notte. E io pensavo: “Non so se si presenterà qualcuno”. Ricordo che la prima volta ho guardato fuori e c'erano delle persone, ma pioveva. E ho pensato: “Ok, non importa. Andrò là fuori”. Quando sono salita sul palco, l'intero posto era pieno, la gente era fuori con gli impermeabili, che usciva dalle tende. E io pensavo: “Oh, questo è speciale. Sta succedendo qualcosa e alla gente interessa”. La seconda volta che ho suonato, quando è uscito il mio primo album, è successa la stessa cosa. Ho messo la testa fuori per vedere quanta gente c'era, e proprio quando stavo per iniziare non c'era nessuno. E ho pensato: “Oh cavolo, nessuno verrà a vedermi”. Ma ancora una volta ho pensato: “Sai cosa? Non importa. Uscirò, mi esibirò e mi divertirò”. E di nuovo, quando sono uscita, l'intero posto era pieno, sono saltata fuori e mi sono divertita come una matta. Ma sentivo che per il terzo album avrei meritato di fare da headliner o qualcosa del genere".

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