"BAD NEWS" PER GLI IMBROGLIONI

Svezia: chi gioca ai videogiochi è più bravo a individuare bufale e fake news, secondo uno studio

Un team di ricercatori ha ideato un progetto per dimostrare che gli appassionati di videogiochi sono in grado di individuare facilmente manipolazioni e notizie false

© Ufficio stampa

Con l'evoluzione di Internet e dei social network, la disinformazione e le "fake news" sono riuscite a crearsi un proprio spazio accanto all’informazione di qualità, diventando un problema enorme specie per chi non riesce a distinguere una notizia falsa da una reale. Un team di scienziati sociali e ingegneri svedesi ha però trovato un modo innovativo per aiutare le persone a identificare le "bufale": i videogiochi.

Un gruppo di ricercatori ha scoperto che le persone che giocano ai videogiochi sono più inclini a osservare i contenuti con maggiore intenzionalità e sono quindi in grado di notare alcuni dettagli più frequentemente rispetto a coloro che non giocano.

Per dimostrare tale tesi, i ricercatori dell'Università di Uppsala (in Svezia), dell'Università di Cambridge e alcuni studi di sviluppo hanno realizzato un nuovo gioco chiamato "Bad News", invitando i partecipanti a giocare vestendo i panni dei personaggi malvagi. L'esperimento ha coinvolto 516 studenti svedesi delle scuole secondarie superiori di quattro istituti diversi. Nel videogioco, gli utenti assumono il ruolo di un divulgatore di notizie false, consentendo di familiarizzare con le tecniche di manipolazione comunemente utilizzate per ingannare il pubblico.

Il gameplay si concentra su sei pratiche prevalenti nella diffusione della disinformazione: impersonificazione, emozione, polarizzazione, cospirazione, discredito e trolling. Lo studio è riuscito a coinvolgere gli studenti che hanno giocato in single-player, a coppie o in classe utilizzando una scheda di valutazione condivisa. Tutti e tre gli approcci hanno dato risultati positivi: gli alunni hanno dimostrato di aver migliorato notevolmente le loro capacità di identificare le tecniche di manipolazione nei post sui social media e di discernere tra notizie affidabili e fuorvianti.

I ricercatori hanno analizzato le ragioni dell'efficacia del gioco e hanno scoperto che gli elementi competitivi hanno aumentato i livelli di interesse degli studenti coinvolti. Tuttavia, hanno osservato che, sebbene la "gamification" possa aumentare il coinvolgimento, non è necessariamente correlata a un aumento dell'apprendimento.

Oltre a rendere gli utenti più attenti contro i contenuti fuorvianti, il gioco ha anche favorito un atteggiamento favorevole nei confronti delle fonti di notizie affidabili: grazie a tali risultati, videogiochi come Bad News si stanno affermando nelle campagne pubbliche come strumenti efficaci per l'educazione e la formazione, incentrando la propria attenzione sulla disinformazione elettorale, e quella scaturita a fronte della pandemia da Covid-19.

"Questo è un passo importante per dotare i giovani degli strumenti necessari per navigare in un mondo pieno di disinformazione", ha dichiarato Thomas Nygren, professore di educazione all'Università di Uppsala in Svezia e uno degli autori dello studio, il quale ha sottolineato la necessità di migliorare la capacità degli individui di identificare le strategie di manipolazione, soprattutto alla luce di sfide come quella lanciate dal fenomeno dei cosiddetti deep fake, nonché la disinformazione generata dalle più moderne intelligenze artificiali.