La denuncia effettuata in tv contro la Rai da Franco Di Mare, conduttore tv e storico giornalista a lungo inviato in teatri di guerra nella ex Jugoslavia, sembra aver sortito i primi effetti. L'ex direttore di Rai3, che ha annunciato di avere "un mesotelioma", un tumore che avrebbe contratto proprio durante le missioni di guerra entrando in contatto con l'amianto, da anni sta lottando per ottenere dall'azienda lo stato di servizio, cioè la certificazione delle missioni effettuate, sulla base delle quali ricostruire la diagnosi e chiedere i danni. Dalle prime ricostruzioni risulterebbe che la pratica avrebbe superato la fase che compete alla Rai, ma si sarebbe arenata all'Inail, ente deputato ad accertare il nesso causale fra il lavoro e il tumore.
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La richiesta di transazione -
Quanto invece alla richiesta di transazione, avviata dai legali del giornalista nei confronti della Rai, secondo Corriere della Sera e Repubblica, sarebbe stata sospesa dall'azienda in attesa della certificazione Inail, senza la quale non si potrebbe procedere con la liquidazione per non rischiare il danno erariale.
La Rai: "Massima disponibilità" -
Di Mare, in diretta alla trasmissione "Che tempo che fa", aveva denunciato i vertici Rai, riferendosi esplicitamente alle "precedenti gestioni" dell'azienda pubblica. Sul caso sono intervenuti gli attuali vertici Rai. L'ad Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi, in una nota hanno fatto sapere di essere venuti "solo domenica a conoscenza della drammatica vicenda" di Di Mare, cui hanno "assicurato la massima disponibilità a fare tutto il possibile per consentire al giornalista di ricostruire quanto da lui richiesto".