Elezioni, il Viminale chiarisce: "Giorgia sulla scheda? Voto valido" | E Vannacci pensa di mettere "Generale"
Domenica il premier Meloni, che si è candidato alle Europee, aveva dato come indicazione di scrivere solo il nome di battesimo sulla scheda elettorale
Scrivere solo il nome sulla scheda elettorale per le prossime elezioni europee non invalida il voto. Lo fanno sapere fonti del Viminale. Nel manuale di indicazioni per i presidenti di seggio prodotto dal ministero dell'Interno in occasione delle consultazioni, viene infatti riportato che il voto è valido anche quando vengono utilizzate "espressioni identificative quali diminutivi o soprannomi, comunicate in precedenza agli elettori. Il voto è valido - si legge - sempre che si possa desumere la volontà effettiva dell'elettore". Domenica il premier Giorgia Meloni, che ha annunciato la sua candidatura alle Europee, aveva dato come indicazione di scrivere solo il nome di battesimo sulla scheda.
Vannacci pensa di mettere "generale" sulla scheda E sul carro del "soprannome" sale anche il candidato leghista Roberto Vannacci: "mettere il nome 'Generale' sulla scheda? Perché no? Ci sto pensando". Dopo l'indicazione data domenica da Giorgia Meloni ai suoi elettori c'è chi ha espresso dubbi sulla legittimità del voto espresso scrivendo soltanto il nome proprio del candidato sulla scheda.
Diversi i precedenti In realtà, ci sono diversi precedenti. Il ministero dell'Interno, nel suo manuale destinato ai presidenti di seggio, cita una pronuncia del 2007 del Consiglio di Stato riguardante proprio un caso in cui la preferenza è stata espressa con il solo nome proprio: "Anna". Ebbene, secondo i giudici "tale espressione di voto deve ritenersi valida". Ciò in considerazione dell'articolo 64 del decreto del presidente della Repubblica numero 570 del 1960, secondo cui "la validità dei voti contenuti nella scheda deve essere ammessa ogni qual volta se ne possa desumere la volontà effettiva dell'elettore".
Presidenza del Consiglio: "Valuteremo la richiesta di Rizzo sul taglio delle firme" Intanto la presidenza del Consiglio "ha assicurato che valuterà senza alcuna preclusione la richiesta avanzata da Marco Risso" sul taglio delle firme. "Sono state ascoltate con attenzione le richieste avanzate dal coordinatore di Democrazia sovrana e popolare circa la riduzione delle sottoscrizioni necessarie alla presentazione delle liste elettorali per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno. Rizzo ha fatto notare che la proposta di dimezzare le firme attualmente richieste, riducendole a quota 37.500, porterebbe in ogni caso le sottoscrizioni necessarie ad un numero più elevato di quello fissato in occasione delle ultime elezioni politiche che era di 36.000. Palazzo Chigi ha assicurato che valuterà senza alcuna preclusione la richiesta avanzata", viene affermato.
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