Una delle maggiori preoccupazioni che attanaglia i genitori è costituita dai videogiochi. Non è difficile trovare bambini alle prese con dispositivi elettronici o chiusi in camera per ore a giocare con gli amici. Tante famiglie si chiedono se i videogame usati dai figli facciano bene o abbiano un impatto sulla loro mente, ma stando al parere di un terapeuta americano, tali preoccupazioni sono spesso eccessive.
Il terapeuta Logan Cohen ha parlato in un podcast dei videogiochi e dell'impatto che hanno sui bambini, condividendo una potente intuizione che molti genitori troveranno utile. "I videogiochi sono ormai una norma culturale", afferma l'esperto, il quale sottolinea tuttavia quanto sia importante capire le differenze tra ciascun bambino e che i videogiochi avranno un impatto unico su ciascuno di loro.
"Alcuni ragazzi possono giocare per qualche ora e poi fare i compiti senza problemi. Per loro, i videogiochi sono un antistress e un modo per rilassarsi dopo una lunga giornata", ha spiegato Cohen. "D'altro canto, alcuni ragazzi possono avere difficoltà a controllare i loro impulsi, facendo fatica a staccarsi e reagendo con rabbia estrema o addirittura piangendo se costretti ad abbandonare il videogioco prima di sentirsi pronti. Naturalmente, alcuni giochi prevedono una penalità se l'utente spegne il gioco prima della fine della sessione: non si tratta di chiedere a un bambino di autosabotarsi all'interno di un gioco, ma piuttosto di terminare la sessione e di disconnettersi nel modo corretto".
Il terapeuta sostiene che un aspetto importante del lavoro dei genitori sui propri figli sia quello di osservarli mentre sono concentrati sui videogiochi: "Quello a cui farei davvero attenzione da genitore è il modo in cui i figli si comportano quando è il momento di staccare", ha spiegato Cohen. "Se sono arrabbiati e cercano di essere più combattivi con voi, allora si stanno concentrando in modo compulsivo sui videogiochi". Il terapeuta sostiene che tale atteggiamento può rivelarsi pericoloso perché il momento videoludico può trasformarsi rapidamente in un modello disadattivo difficile da controllare.
"Se non sono costantemente incollati ai videogiochi, probabilmente stanno bene. E se non lasciano che il gioco occupi tutta la loro giornata, probabilmente hanno un rapporto sano con esso", ha suggerito alle famiglie. "Assicuratevi solo che siano sé stessi, indipendentemente dai loro hobby. L'altro aspetto da tenere in considerazione è quello di essere molto rispettosi nell'onorare le entità vulnerabili nelle loro community di gioco".
Cohen sostiene che i genitori debbano assicurarsi in ogni caso che i figli non giochino a videogiochi violenti prima di essere in grado di gestirli. "Naturalmente, i benefici esistono sia nei videogiochi per bambini, sia negli sparatutto in prima persona tanto amati dagli adolescenti con qualche anno in più. Tra questi, l'aumento della creatività, il miglioramento del ragionamento spaziale, il pensiero strategico e altro ancora", ha spiegato. "Ecco perché è importante trovare un equilibrio in queste situazioni. Limitate i videogiochi di vostro figlio a un'ora al giorno nei giorni feriali e a due ore al giorno nei fine settimana. E ricordate sempre che se c'è equilibrio, il problema non è il gioco di vostro figlio".
Il terapeuta conclude invitando dunque le famiglie a bilanciare gli hobby dei propri bambini e ragazzi, soprattutto i videogiochi, sebbene non si tratti di un lavoro facile. "Temiamo che non riescano effettivamente a sviluppare le abilità sociali o che diventino emotivamente instabili", afferma Cohen. "Ma se sono emotivamente equilibrati e non mostrano segni di comportamento compulsivo, allora lasciateli divertire con i videogiochi per un'ora o due al giorno. Questa leggera indulgenza può essere ciò di cui hanno bisogno per rilassarsi dopo una lunga giornata".