Emergono sempre più particolari sulla vicenda che ha riguardato pochi giorni fa Piero Fassino. Il deputato Pd è stato denunciato dai dipendenti del duty free dell'aeroporto di Fiumicino: l'ex sindaco di Torino è accusato del tentato furto di un profumo (Chance di Chanel) dal valore di oltre 100 euro. Per l'ex ministro si è trattato di un fraintendimento, ma gli addetti alla sicurezza di Fiumicino avrebbero già raccontato che quello di metà aprile è stato il terzo episodio simile: per questo il deputato dem era "attenzionato" dalla vigilanza. A cui Fassino si sarebbe rivolto con un: "Lei non sa chi sono io".
© Tgcom24
Secondo quanto ricostruito da diversi organi di stampa, tra i quali Il Fatto Quotidiano e il Corriere della Sera, la dirigenza del duty free ha deciso di presentare un esposto nonostante le scuse immediate di Fassino e l' "offerta" di comprare due confezioni di profumo per affermare la propria buona fede. Perché? Perché non sarebbe stato un caso isolato. Nella denuncia presentata contro il deputato dem, infatti, emergono altri elementi, adesso al vaglio degli investigatori. Fassino avrebbe cercato di rubare dei profumi femminili in almeno altre due occasioni. Gli agenti, quindi, ora stanno ascoltando anche gli addetti che erano in turno durante gli altri episodi. Nell'ultimo, secondo alcune testimonianze, quando gli uomini della sicurezza lo hanno fermato, Fassino avrebbe inizialmente fornito le proprie spiegazioni, per poi alzare i torni e terminare con un (terribilmente classico) "lei non sa chi sono io".
"Il primo caso 45 giorni fa: fu inseguito dalla sicurezza ma si dileguò" -
Come detto, secondo fonti interne a Fiumicino, il deputato del Pd sarebbe stato denunciato solo al terzo (tentato) furto. Come riportato dal Il Tempo, la prima volta si sarebbe mischiato alla folla, la seconda lo avrebbero bloccato (e poi avrebbe pagato il conto), la terza è (inevitabilmente) scattata la denuncia. Ed è stato il primo episodio ad attirare le attenzioni su Fassino. In quel caso, infatti, il deputato si sarebbe diretto all'uscita con un profumo in tasca; una volta scattato l'alert dell'antitaccheggio, la sicurezza si sarebbe lanciata all’inseguimento, ma lui si era già dileguato, confondendosi tra la gente.
Un paio di settimane dopo, una volta entrato nel negozio, la vigilanza, memore dell’episodio antecedente, lo teneva d'occhio. Fassino si sarebbe fatto scivolare in tasca un altro profumo ma, beccato, si sarebbe scusato, garantendo che non aveva intenzione di rubare. Così il duty free aveva chiuso la questione, con il pagamento dell'eau de toilette. Il 15 aprile, infine, Fassino era tornato in profumeria ma era nel mirino. Si sarebbe intascato la confezione di Chanel per dirigersi verso l'uscita, ma la sicurezza a questo punto lo ha fermato. E fatto scattare la denuncia.