"NON COSTITUISCE REATO"

Omicidio Cerciello, bendò Hjorth in caserma: carabiniere assolto in appello

Il maresciallo Manganaro era imputato per aver bendato uno degli americani condannati per l'omicidio del vice brigadiere. Il legale: "Ristabilita la giustizia ma dalle istituzioni è stato abbandonato"

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È stato assolto in appello il maresciallo dei carabinieri Fabio Manganaro, imputato per il bendaggio di Christian Natale Hjorth, uno dei cittadini americani condannati per l'omicidio del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. Lo ha deciso la prima Corte d'Appello di Roma con la formula perché "il fatto non costituisce reato". In primo grado, Manganaro era stato condannato a due mesi con l'accusa di "misura di rigore non consentita dalla legge".

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Accolta la richiesta del gip -

 La sentenza è stata decisa dai giudici della I sezione della Corte d'Appello della Capitale. In primo grado Manganaro aveva avuto due mesi di pena, con pena sospesa. E' stata accolta, in sostanza, la richiesta del pg. Il reato contestato era quello di "misura di rigore non consentita dalla legge". Gabriel Natale Hjorth, il ventenne americano, era stato arrestato con l'amico Finnegan Lee Elder per l'omicidio di Mario Cerciello Rega.

L'avvocato: "Abbandonato dalle istituzioni" -

 È stato "un percorso straordinariamente sofferto dove il maresciallo Manganaro è rimasto solo durante questi lunghi 5 anni", lo ha detto il suo difensore, l'avvocato Roberto De Vita. "Questa assoluzione ristabilisce giustizia nei confronti di un militare che per 25 anni con onore ha servito l'Arma, continua a servirla e che in quell'occasione del luglio del 2019 ha protetto l'incolumità del fermato ed è stato sottoposto nei mesi e negli anni successivi non solo a una gogna mediatica ma anche all'isolamento e all'abbandono da parte delle istituzioni", ha aggiunto.

Attacco a Conte e all'ex comandante generale dell'Arma -

 Questa sentenza, "sia nel dispositivo e poi nelle motivazioni, dovrà essere letta attentamente dall'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall'ex comandante generale dell'Arma Giovanni Nistri i quali all'indomani del fatto condannarono senza processo Fabio Manganaro", ha concluso l'avvocato De Vita.

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