In Italia la diagnosi di tumore allo stomaco è spesso tardiva. Infatti, solo un caso su cinque viene individuato in fase iniziale. I motivi dei ritardi diagnostici sono soprattutto i sintomi molto generici della malattia, e la sottovalutazione dei fattori di rischio. Infatti il tasso di sopravvivenza risulta ancora molto basso (32%) anche se migliore rispetto al dato medio europeo (25%). Questi dati preoccupanti emergono alla vigilia del "Seminario Nazionale sul Tumore Gastrico" che si terrà il 27 aprile a Roma, organizzato dall'associazione ODV Vivere Senza Stomaco (Si Può).
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Oltre 15mila casi l'anno e incidenza in aumento -
"Nel nostro Paese, ogni anno i nuovi casi di carcinoma gastrico ammontano a oltre 15mila", afferma Claudia Santangelo, presidente di "Vivere Senza Stomaco".
"L'incidenza è in crescita mentre le terapie disponibili sono ancora in numero abbastanza limitato. La malattia oncologica è molto insidiosa e presenta un alto rischio di recidiva. Fondamentale è la gestione a 360 gradi del paziente che deve iniziare da una diagnosi quanto più precoce possibile", ha aggiunto.
Come si individua il tumore? -
"La neoplasia può essere individuata attraverso una gastroscopia. Spetta al medico di famiglia indirizzare l'assistito verso un esame che può essere salvavita. Vi è a volte la tendenza a prescrivere solo farmaci antiacidi e a non eradicare il batterio Helicobacter pylori, uno dei principali responsabili della patologia. Bisogna aumentare la consapevolezza dei medici non specialisti verso una patologia considerata ancora poco diffusa", sottolinea Elisa Mandolesi, medico di Medicina Generale a Ferrara.
L'importanza del supporto psicologico -
"Il carcinoma dello stomaco colpisce soprattutto gli uomini anziani. La metà dei pazienti ha più di 75 anni e l'assistenza non può limitarsi solo alla somministrazione delle terapie. È necessario un supporto psicologico da parte di uno professionista qualificato", prosegue Paolo Gritti, Past-President della Società Italiana di Psico-Oncologia.
"Quello di psiconcologia non è un servizio sempre garantito in modo uniforme nel nostro Paese. Le ripercussioni emotive possono influenzare negativamente il decorso della patologia e la risposta alle cure", aggiunge Santangelo.