Palermo, il boss Lo Presti celebra le sue nozze d'argento nella chiesa con le spoglie del giudice Giovanni Falcone
Condannato per mafia e in libertà come sorvegliato speciale, ha festeggiato la ricorrenza nella chiesa di San Domenico. Il frate rettore: "Non sapevamo chi fossero i due sposi"
E' un noto boss della mafia palermitana e il 15 aprile ha festeggiato le sue nozze d'argento nella chiesa in cui oggi è sepolto Giovanni Falcone. Tommaso Lo Presti, legato alla cosca di Portanuova, a lungo detenuto per mafia ed estorsioni, scarcerato da poco, è stato accolto per la celebrazione religiosa dai frati che gestiscono San Domenico, una delle chiese più belle di Palermo, nel cuore della città e nel centro del mandamento di cui il boss era al vertice. Anche la moglie, Teresa Marino, era stata in passato posta agli arresti per mafia. I frati che hanno ufficiato la messa: "Non conoscevamo quella coppia".
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Il boss nella chiesa in cui è sepolto Falcone -
La coppia d'oro delle famiglie mafiose palermitane ha organizzato la ricorrenza dei 25 anni di matrimonio il 15 aprile, invitando alla festa amici e familiari in un luogo simbolico, che ospita il pantheon dei siciliani illustri, da Giuseppe Pitré a Giacomo Serpotta, e in cui sorge appunto anche la tomba monumentale che dal 2015 accoglie le spoglie del giudice simbolo della lotta alla mafia.
I frati: "Non sapevamo chi fossero gli sposi" -
A celebrare la funzione religiosa che ha benedetto il rinnovo delle promesse d'amore degli sposi, lui è sorvegliato speciale e ha l'obbligo di rientrare in casa ogni giorno a una certa ora, è stato padre Sergio Catalano, frate priore della chiesa, che dice di aver saputo chi fossero i due solo leggendo Palermotoday, che pochi giorni dopo la cerimonia ha pubblicato l'articolo sulla cerimonia. "Le verifiche non spettano a noi - spiega -. Ci sono organi istituzionali che devono farlo".
Responsabili del luogo sacro -
In realtà però la coppia poteva tranquillamente far celebrare la cerimonia delle nozze d'oro in qualsiasi posto. La valutazione dell'opportunità di ospitare due mafiosi nella chiesa in cui ci sono le spoglie del magistrato ucciso dalla mafia spetterebbe proprio a chi ha la responsabilità di gestire questi luoghi.
L'offerta del boss -
Alla chiesa Lo Presti ha anche lasciato un'offerta che, dice padre Catalano, "servirà a fare del bene a chi ne ha bisogno". Dopo la cerimonia la coppia ha festeggiato, rispettando i limiti di tempi concessi al boss in quanto sorvegliato speciale, in una villetta dei dintorni.
Il ruolo della moglie -
Dopo l'arresto di Lo Presti, 48 anni, nell'operazione Iago nel 2014, gli investigatori scoprirono il ruolo della moglie, descritta così dal giudice che l'ha condannata: "Teresa Marino durante il periodo della sua detenzione domiciliare (in concomitanza con quella carceraria del marito), riceveva presso la sua abitazione tutti gli esponenti di spicco del mandamento mafioso di Porta Nuova e impartiva loro indicazioni e direttive proprie e del marito, condividendone le strategie criminali. I sodali mafiosi dell'organizzazione, inoltre, si rivolgevano alla donna anche per dirimere questioni e tensioni interne al sodalizio".