Nessuno dei parlamentari europei coinvolti nel Qatargate si ricandiderà alle elezioni Europee di giugno 2024. Tra loro anche Eva Kaili, eurodeputata ed ex vicepresidente del Parlamento di Bruxelles, arrestata nel 2022 e tuttora indagata per corruzione nell’inchiesta. Nel suo appartamento erano stati trovati sacchi di banconote per un totale di seicentomila euro in contanti.
Il trasferimento in Italia -
In un'intervista al Corriere della Sera, l'eurodeputata greca racconta di essere legata all'Italia non solo per il suo compagno Francesco Giorgi, assistente parlamentare a sua volta arrestato per le presunte mazzette, ma anche per l'affetto e la solidarietà che il nostro Paese le ha dimostrato durante il periodo della sua detenzione. “È un Paese che considero casa per diversi motivi e perché in Italia esiste una bella parola come ‘garantismo‘ che dovrebbe essere tradotta in tutta Europa. In Italia ci sono alcuni partiti che si oppongono ai processi a sfondo politico e chiedono il rispetto della presunzione di innocenza indipendente dal partito della persona accusata” afferma.
"Nessuno mi difese" -
"Trovo oltraggiosa l’omertà di tutto il Parlamento europeo su una restrizione così incostituzionale del mio diritto di difendermi e di parlare di tutto ciò che è stato fatto trapelare ad arte ed è stato architettato contro di me" afferma l'ex vicepresidente responsabile delle relazioni Ue con il Medio Oriente. "Sperando in un vantaggio politico, la presidente Roberta Metsola e il mio partito S&D invece di difendere le istituzioni hanno cercato, prima delle elezioni, di nascondere la loro incapacità di rispettare i principi dell’Unione e di salvaguardare le libertà e le prerogative dei deputati".
Lo scandalo Qatargate -
Nel novembre 2023, Eva Kaili è stata trovata con 600 mila euro in contanti in casa ed è stata arrestata in flagranza di reato. Secondo la procura di Bruxelles, il Qatar avrebbe tentato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo che lo riguardavano "versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all'interno del Parlamento europeo. Kaili ha annunciato di aver presentato diversi ricorsi: "A varie Corti superiori. In Belgio sulle violazioni contro i diritti dei parlamentari e, sul mio arresto ingiustificato e sulla parzialità del giudice istruttore. Un altro appello riguarda il divieto di parlare alla stampa, che è una libertà fondamentale, e poi sto facendo causa al Parlamento europeo che ha violato il mio diritto di essere ascoltata e difendermi come ho richiesto un anno fa. Ho anche avviato una procedura alle Nazioni Unite per la violazione della convenzione sui diritti dei bambini poiché le autorità belghe mi hanno separato con la forza da mio figlia di due anni. Una cosa che non auguro a nessuna madre".