Dopo il caso Scurati, Rai ancora al centro delle polemiche. "'Senatrice, lei è ebrea?", questa la domanda rivolta a Ester Mieli (FdI), dal giornalista Giorgio Zanchini, nella trasmissione di Radio Rai1 "Radio Anch'io". Ester Mieli ha chiesto quindi al conduttore il perché della domanda, ricordandogli di essere una cittadina italiana e senatrice della Repubblica. Dopo il polverone, sono arrivate le scuse di Zanchini: "Sono molto dispiaciuto se la senatrice Mieli si è sentita offesa o se posso aver urtato la sua sensibilità, ma il mio intento era esattamente l'opposto".
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Zanchini ha ricostruito quanto successo. "Avevo obiettato ad alcune osservazioni sull'antisemitismo e sull'antisionismo della studentessa di Torino, che era ospite, che mi erano sembrate molto discutibili e nel prosieguo della trasmissione avevo cercato di far emergere il rischio di un clima antisemita nelle università americane e italiane - ha spiegato il giornalista -. Al professor Michael Driessen della John Cabot ho chiesto se quel clima ci sia e se gli studenti ebrei si sentano discriminati e a rischio e gli ho chiesto se fosse ebreo. Una domanda che ho fatto anche alla senatrice Mieli con l'intenzione di far emergere un clima ostile agli ebrei e quindi di portarle la mia solidarietà. L'esatto opposto di quello che sta emergendo".
"Aggiungo che trovo anche personalmente offensivo insinuare un mio presunto antisemitismo - ha sottolineato ancora il conduttore -. Ho diversi cugini ebrei e ho vissuto quattro anni con mio cugino che si chiama Piperno, un cognome che a chi è romano qualcosa dice. Il marito di mia zia, Lello Levi, è morto di infarto all'indomani delle leggi razziali. Accusare me di antisemitismo lo trovo personalmente offensivo".