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Videogiochi: azienda dona nuova vita ai Game Boy di 35 anni fa

Un progetto per preservare la storia della console portatile di Nintendo: ecco cosa accade quando l'universo dei videogiochi incontra la sostenibilità

Ufficio stampa

Il settore dei videogiochi continua a evolversi a livello tecnologico, ma esistono migliaia di persone che continuano a collezionare vecchie console per rivivere i tempi in cui si poteva "soffiare" in una cartuccia per "avviare" un gioco per Nintendo NES. In occasione della Giornata della Terra un’azienda americana ha condiviso la sua missione: riportare a nuova vita dei Game Boy di trentacinque anni fa.

Retrospekt, società americana con sede a Milwaukee (in Wisconsin), si occupa di rimettere a nuovo le console portatili tanto amate dai giocatori degli anni Ottanta e Novanta, come se fossero state prodotte recentemente.

Così, per festeggiare il 35esimo anniversario (la console di Nintendo è arrivata in Giappone il 21 aprile del 1989), l'azienda ha deciso di promuovere il proprio lavoro e mostrare come avviene il restauro della storica console portatile della casa di Kyoto. Adam Fuerst, 37enne co-proprietario e amministratore delegato di Retrospekt, ha descritto gli inizi di un'azienda con quasi dieci anni di attività alle spalle, impegnata a recuperare, rimettere a nuovo e rivendere qualsiasi prodotto tecnologico: dai succitati Game Boy di Nintendo ai primi iPod di Apple, dalle macchine fotografiche Polaroid ai lettori di audiocassette Walkman di Sony.

L’imprenditore non aveva pianificato tale carriera: mentre frequentava la scuola di specializzazione con l'allora fidanzata (ora moglie e co-proprietaria dell'azienda) Kori Fuerst, i due hanno iniziato a coltivare l'hobby di rimettere a nuovo dei vecchi apparecchi tecnologici dismessi e hanno continuato a farlo fino a quando l'opportunità è arrivata grazie a Impossible Film (marchio che ha successivamente preso il nome di Impossible Polaroid), alla disperata ricerca di fotocamere Polaroid per sostenere la propria attività di pellicole istantanee compatibili.

L'attività, che era nata senza un piano preciso, si è evoluta non tanto in una fabbrica di "recupero" di vecchie glorie, quanto in un laboratorio di circa 40 persone che è davvero in grado di donare nuova vita a centinaia di prodotti al mese in una manciata di categorie, visto che l'azienda produce anche una piccola selezione di nuovi prodotti in stile "retrò" e il cui processo di selezione è piuttosto specifico. "Eravamo studenti universitari al verde e ci siamo detti che non potessimo essere più al verde di quanto non fossimo già. Quindi perché non provarci?", ha affermato Fuerst. "Per noi si tratta di prodotti di massa, riparabili e con un significato culturale".

L'iniziativa di Retrospekt rappresenta un esempio di come la sostenibilità vada a braccetto con i ricordi e l’avanguardia tecnologica, senza tuttavia dimenticare di volgere uno sguardo al passato.

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