Il costo del Superbonus contabilizzato per competenza nel 2023 è pari a 3,7 punti di Pil, cioè 77 miliardi, "5 volte superiore" a quanto il Def 2023 calcolava sarebbe maturato entro l'anno. Lo ha sottolineato Sergio Nicoletti Altimari, capo Dipartimento economia e statistica di Bankitalia nel corso dell'audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Nell'introdurre nuovi schemi di incentivazione occorrerà peraltro evitare di ripetere gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti, in particolare l'esperienza del Superbonus", ha spiegato.
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"Con la proroga del cuneo fiscale incertezza per i conti pubblici" -
"Un'ulteriore proroga di natura temporanea degli sgravi contributivi - è il monito - accrescerebbe l'incertezza sull'evoluzione futura dei conti pubblici; d'altra parte, rendere strutturali gli sgravi aprirebbe due questioni rilevanti. In primo luogo, verrebbe meno a livello aggregato l'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza. In secondo luogo, senza una modifica della struttura degli sgravi, i lavoratori con redditi prossimi alle soglie al di sotto delle quali si matura il beneficio continuerebbero a essere penalizzati da elevate aliquote marginali effettive, con effetti potenzialmente distorsivi dell'offerta di lavoro".
"Stime di crescita non lontane dal Def, ma rischi al ribasso" -
Le previsioni per l'economia italiana si discostano solo lievemente dal Def ma "i rischi per la crescita rimangono orientati al ribasso", ha proseguito Altimari, citando tra i fattori di rischio il commercio internazionale, gli effetti della politica monetaria restrittiva sulla domanda e gli effetti negavi sul comparto edilizio dalla riduzione Superbonus. Secondo Bankitalia, il Pil crescerà dello 0,6% quest'anno (0,8% il dato corretto per giorni lavorativi) e poco al di sopra 1% nel prossimo biennio (0,9% nel 2025 e 1,3% nel 2026 i dati corretti).
"Spesa sanitaria stabile, ma pesa l'invecchiamento della popolazione" -
Nel corso dell'audizione sul Def, il capo Dipartimento economia e statistica di Bankitalia ha poi sottolineato che "la spesa sanitaria in rapporto al Pil rimarrebbe sostanzialmente invariata fino al 2027 (intorno al 6,3%); in prospettiva, andranno tuttavia attentamente gestite le pressioni sulla spesa sanitaria che potranno derivare dell'evoluzione dall'invecchiamento della popolazione".