Caso Scurati, Maurizio Gasparri (Forza Italia): "Censura? Voleva 1800 euro per un minuto, la Rai ha detto che non pagava"
Il senatore membro della Commissione di Vigilanza: "La redazione di Bortone aveva scritto titolo gratuito e il comunicato era stato autorizzato"
Sulla polemica scoppiata in Rai intorno al monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile, Maurizio Gasparri, membro della Commissione Parlamentare di Vigilanza, ha escluso che ci sia stata una censura. “Scurati voleva 1800 euro per un minuto e la Rai ha detto che non pagava" , afferma il senatore Fi ospite a "Stasera Italia" su Rete 4. "La redazione della conduttrice Serena Bortone ha mandato alla direzione approfondimenti la scaletta e accanto al nome di Scurati c'era scritto "titolo gratuito", dice Gasparri. E aggiunge: "Alle ore 18.43 di venerdì, la direzione ha autorizzato il comunicato stampa della trasmissione che conteneva l’annuncio della presenza di Scurati, quindi i direttori dell’approfondimento sono andati venerdì a dormire pensando che la scaletta era fatta".
L'intervento del premier - Sui social ieri era intervenuta anche la premier Giorgia Meloni: "In un'Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare)".
Scurati a Meloni: "Subisco violenza per il mio pensiero" - A Meloni Scurati ha risposto in una lettera a Repubblica. "La informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l'entità dell'impegno". E aggiunge di "non meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Questa, gentile presidente, è violenza. Non fisica, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?".
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