Fine vita, il governo fa ricorso al Tar contro l'Emilia Romagna
Si chiede di annullare le delibere della giunta regionale sul suicidio medicalmente assistito. Una consigliera di Forza Italia: "Carenza di potere dell'ente e motivazioni contraddittorie nelle linee guida"
Il governo fa ricorso al Tar contro l'Emilia Romagna a proposito della politica della Regione sul fine vita. A depositare gli atti sono stati la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero della Salute che, contestando la direzione sanitaria Salute della persona, chiedono l'annullamento delle delibere di giunta che davano attuazione al suicidio medicalmente assistito. Lo fa sapere Valentina Castaldini, consigliera regionale di Forza Italia. L'esponente FI spiega che le disposizioni emanate in merito dalle autorità territoriali evidenziano "la carenza di potere dell'ente" sul tema e "la contraddittorietà e l'illogicità delle motivazioni introdotte nelle linee guida inviate alle aziende sanitarie".
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Precedente ricorso a marzo -
Continua la consigliera: "Sono molto contenta che il governo, con questo atto formale, confermi e rafforzi il lavoro di questi mesi". A marzo infatti la stessa Castaldini aveva depositato un ricorso analogo insieme a un gruppo di associazioni. E spiega: "L'esecutivo ha ritenuto che la strada del ricorso che ho aperto fosse quella corretta e che ci fossero tutti gli estremi per annullare le delibere, come ho sempre sostenuto".
Due delibere a febbraio -
A febbraio la giunta regionale guidata da Stefano Bonaccini aveva approvato due delibere per l'accesso al suicidio medicalmente assistito con l'obiettivo, spiegava la Regione, di colmare il vuoto in materia del Parlamento e di mettere le aziende sanitarie nella condizione di garantire il diritto dei malati sancito da sentenza della Corte costituzionale (numero 242/2019).
Le linee guida alle aziende sanitarie -
Alle aziende sanitarie sono state inviate delle linee guida che stabiliscono iter e tempistiche del fine vita, massimo 42 giorni dalla domanda del paziente alla eventuale esecuzione di procedura farmacologica. Tra gli elementi contestati anche l'istituzione del Corec, il Comitato regionale per l'etica nella clinica, che è chiamato a esprimere parere, anche se non vincolante, sulle richieste dei pazienti.